Hic sunt lupiOperazione Tardiano, Pittella e quel ‘dixit’ del “non sapevo”

La famiglia Pittella. Sono ore piene di novità e di angoscia quelle che si susseguono nella regione di Orazio, la Basilicata. La questione trivelle, diventata ormai un incubo per molti citta...

La famiglia Pittella.

Sono ore piene di novità e di angoscia quelle che si susseguono nella regione di Orazio, la Basilicata. La questione trivelle, diventata ormai un incubo per molti cittadini, ha visto andare in scena alcuni teatrini portati avanti dal presidente Pittella che di certo non si è risparmiato ad entrate in scena degne del miglior teatro dell’assurdo, se vogliamo citare Martin Esslin. Purtroppo però qui non siamo ai livelli di Jean Paul Sartre o dell’immenso Albert Camus, no. Qui non sta andando di scena il teatrino ma la cruda e arida realtà, quella che sta accompagnando il popolo verso una riva, verso una delle 10 piaghe d’Egitto. Una piaga nera che prende il nome di petrolio.
Ma andiamo con ordine.

Domenica 18 gennaio è andato in onda su Raitre, nel programma “ Alle Falde Del Chilimangiaro”, un’inchiesta incentrata tutta sulla situazione petrolio in Basilicata, una inchiesta che ha dato luce nuova alla attuale condizione delle acque del Pertusillo, dei fanghi scuri di Montemurro e della ormai fogna Pisticci Scalo dove vengono smaltiti i reflui petroliferi dell’Eni su cui sta indagando anche la procura antimafia potentina per “smaltimento illecito “ di rifiuti petroliferi. Il Governatore Pittella, nelle ore successive al format andato in onda, ha inviato una lettera indirizzata al direttore della trasmissione in cui si sottolinea la poca “ moralità” del servizio diffuso, ossia, l’aver “violato le più elementari regole deontologiche del giornalismo”. Nella missiva Pittella cerca di convincere i lucani che non ci sarà alcun raddoppio delle trivellazioni e che le informazioni passate in televisione sono addirittura infondate. Peccato però che ci sono fior fiori di documenti presentati da WWF, Greenpeace, Legambiente, atti presentati al Parlamento, in cui si evidenzia tutt’altro. Basta, poi, anche impugnare l’art. 36 presente in una relazione del Governo: “L’articolo, intervenendo sull’estensione dal patto di stabilità relativamente alle spese sostenute per fini specifici dalle Regioni che corrispondono agli importi incrementali delle royalties, è teso di fatto a favorire lo sviluppo delle risorse energetiche nazionali sbloccando gli investimenti privati in programma da anni nel settore. Scopo dell’intervento normativo è quello di accelerare il processo decisionale di autorizzazione allo svolgimento delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, di competenza concorrente, in base al titolo V della seconda parte della Costituzione, tra Stato e regioni”.
In soldoni, favorire il processo di autorizzazione significa caldeggiare la presenza di nuovi pozzi e quindi vedere un aumento inevitabile del numero di barili all’anno. In base al Memorandum Stato-Regione del 2011, recepito dall’art16 del decreto sulle liberalizzazioni del 2012 e in base al conseguente decreto di conversione ( Zanonato 2013) la quota estrattiva è pari a “178mila barili” giornalieri. La quota di “154mila barili”, a cui si riferisce Pittella nella lettera, poggia su un ordine del giorno fatto passare alla Camera durante l’approvazione dello Sblocca Italia che non ha alcun potere giuridico, ma solo di “indicazione politica”.

Negli stessi istanti in cui questa scenetta andava in onda a schermo intero, le social card dei Lucani sono state ricaricate di false, falsissime illusioni. 155,75 euro a testa; ogni patentato potrà usufruire di questo bonus da spendere, guarda un po’, in idrocarburi. Insomma, un circolo vizioso che in molti non hanno compreso, quasi una forma di Do Ut Des dei poveri.
Negli stessi istanti in cui questa seconda scenetta andava in onda a schermo locale, si aggirava per la regione uno spettro particolare: lo spettro dei dati del Crob sulla presenza di tumori in Basilicata. Se non fosse che i dati sono aggiornati al 2010, potremmo anche gioire di questa notizia, calcolando anche che da questi dati emerge una regione fiorente ed in buona salute. La Basilicata è “in linea con le regioni vicine”; siamo “al di sotto di molte regioni del centronord”, afferma a mezzo stampa il dottor Galasso, responsabile del ‘registro’ Tumori del Crob di Rionero. Effettivamente, in molti l’avranno pensato, un messaggio lanciato in questo modo lascia intendere ben poco, e cioè che, magari, tutto questo presunto polverone mediatico sia stato lanciato ad hoc per sedare gli animi e tranquillizzare i cuori di chi aveva mal pensato o chi, addirittura, credeva che vi fosse un alto tasso tumorale. Beh, certo, se pensiamo al presunto smaltimento illecito di rifiuti petroliferi sull’asse Viggiano-Pisticci Scalo. O agli scarti radioattivi che finiscono direttamente nel Basento, o all’inquinamento del Pertusillo e alle fiammate del Centro Oli. Oppure al ‘disastro ambientale’ continuo di Fenice, con l’azienda che ancora non ha chiarito cosa ha emesso in atmosfera il 2 novembre scorso, o ancora pensiamo al divieto di attingimento delle acque, decretato dal sindaco di Pomarico per contaminazioni dovute alla vicina Syndial (Gruppo Eni); se pensiamo a tutto questo – e parliamo di inquinamento ambientale -, oltre al fatto che la Basilicata ha intrapreso una strada a braccetto con la Eni, con la Total ed ha in programma di raddoppiare le trivellazioni, i dati sui tumori, aggiornati al 2010 ripeto, non sembrano poi così convincenti. Oppure sì?
Insomma, per avere un quadro aggiornato sui tumori in Basilcata dovremmo attendere altre morti e sicuramente il 2025 ( se tutto va bene).
Negli stessi istanti in cui si replicavano scenette particolari, ieri sera è apparso su
IlFattoQuotidiano.it, un articolo davvero molto singolare e, direi, quasi tragicomico. Il progetto che vedrebbe la moltiplicazione dei pozzi petroliferi in Basilicata prende il nome di Tardianoche coinvolge, lo ricordiamo, dieci comuni: otto in Basilicata (Grumento Nova, Lagonegro, Moliterno, Sarconi, Tramutola, Castelsaraceno, Spinoso e Lauria) e due in Campania (Casalbuono e Montesano), tutto scritto nero su bianco sul sito del Ministero Dello Sviluppo Economico.

Stranamente, per incanto, per un insolito e nefasto incantesimo, nessun sindaco era a conoscenza di tutto questo. Una sorta di narcolessia generale.

Strano se teniamo conto che questo progetto è stato presentato più di un anno fa e vi sono molteplici articoli che ne evidenziano la potenziale pericolosità.

Strano anche che i cittadini, per primi, si siano accorti di questo pericolo e di ciò che intorno a noi stava accadendo e nessun altro sindaco si sia smosso dalla propria poltrona; bastava anche un sussulto, un sobbalzo, Chiunque lo avrebbe fatto dinanzi ad una notizia del genere, perlomeno chiunque ha a cuore la salute e l’incolumità dei cittadini e non mira solo ad altri benefit economici.

Strano che quando il Comitato a Lauria si è riunito per un’assemblea, comitato nato da cittadini che conoscevano tramite il sito Misela situazione petrolio, ci sia stato un disinteresse da parte delle figure istituzionali, una mancanza che ha fatto molto rumore e scalpore fra i cittadini. Qui tacet, consentire videtur, dicevano i latini.

Insomma, una regione che in una settimana ha dato il meglio di sé, un Governatore assente che pensa soltanto ad ingrossare la propria fetta di potere e che pensa solo a tenere a bada la propria dinastia creata dal consenso di povere persone che si son fatte comprare e che hanno investito, con i propri voti, su intere generazioni, ahimè, per nutrire questa discendenza in cambio di favori, lignaggio che sembra non avere fine, mai. La Basilicata dovrebbe poter vantarsi di un Presidente attento alle tantissime problematiche che affliggono le famiglie ed invece così non è.
Un Presidente che dovrebbe anche spiegare perchè sono stati spesi 100milioni di euro per creare la tratta ferroviaria a Matera – sempre in concomitanza con Matera Capitale Della Cultura 2019– ed ancora la stazione non c’è. Per il trasporto ferroviario la Basilicata resta ancora la terra di mezzo, per citare Tolkien.
La Basilicata è una regione ad alto rischio sismico ma sta per essere bucata come un colapasta nel silenzio tacito di alcuni che fanno finta di non sentire l’insorgenza ed il senso di vergogna di alcuni cittadini onesti al sol pensiero di vedere la propria terra annientata, per 150 miseri euro all’anno.

Lode ai cittadini, invece, che stanno insorgendo. Lode soprattutto ai comitati ed ai piccoli movimenti che si stanno sviluppando a macchia di olio in tutta la Lucania; da poco infatti è nato un altro movimento chiamato No Triv Lagonegro, oltre ai comitati ed ai No Triv Potenza, No Triv Monte ed al Coordinamento No Triv Molfetta, Costituente Comitato Lauria Ambiente Salute (L.A.S.), presenti anche sul social network Facebook, con obiettivo quello di sensibilizzare il popolo all’informazione ed alla conoscenza più ampia possibile.

Concluderei il pezzo con un pensiero che non appartiene a me, ma che stesso il nostro Presidente ha voluto sottolineare nella famosa lettera di cui prima: “Io griderò come ho sempre fatto per rivendicare le nostre ragioni, per infondere fiducia e consentire alla Basilicata di potersi rialzare dalla condizione pur difficile nella quale si trova anche a causa – va detto – di una politica in passato troppo ripiegata su se stessa”.

Ecco.
Un pensiero spassoso, se così posso definirlo.

Carla Bottiglieri
 

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