E’ bionda, con quei capelli da Barbie che non sono mai nemmeno un filo fuori posto.
E’ bella, nel 2013 People l’ha eletta donna più bella del mondo.
E’ impeccabile, senza una singola imperfezione corporea e senza una ruga.
Ma è anche naturale, senza un accenno di artefazione, di plasticosità siliconica, di botox.
E’ amica di Madonna, di Beyoncé e di Stella McCartney.
E’ sportiva e scolpita ma non viene mai paparazzata sudata o scomposta. Insomma fa sport ma non suda. Non in pubblico.
E’ fashion, sempre. E non sbaglia un look.
E’ guru di cucina vegetarianaveganamacrobiotica (anche se vien da chiedersi in quali momenti della giornata stia ai fornelli, visto che è sempre in giro tra Londra, LA e NY).
E’ la fondatrice del sito di lifestyle Goop, dove dispensa recensioni, consigli e spunti sui posti più fighi del globo, sempre con un occhio puntato al benessere interiore e all’ecosostenibilità.
E’ attrice Premio Oscar: lo ha vinto nel 1999 per Shakespeare in Love, pur non avendo certo votato la sua vita al cinema (attori ben più dediti alla causa non raggiungono l’obiettivo in una carriera intera).
Cotanta perfezione pare piacere, e molto: è stata fidanzata con Ben Affleck e con Brad Pitt, che ha tradito e mollato (per quanto non siano il mio genere sono pur sempre il desiderio proibito di buona parte del sesso femminile globale).
Ha formato con quel santo di Chris Martin la coppia più simile all’ideale del Mulino Bianco che gli anni 2000 ci abbiano riservato. Con lui ha avuto due figli: un maschio e una femmina, ovviamente biondi. E ha coniato la curiosa espressione di conscious uncoupling, peridentificare il divorzio consapevole.
Insomma, è Gwyneth Paltrow.
Certo, qualche piccolo smacco l’ha avuto anche lei: in particolare citerei quello che le ha conferito un’altra power blonde, Marissa Meyer, ceo di Yahoo, che a suo tempo ha giudicato il ‘cv’ di Gwyneth non adeguato a ricoprire il ruolo di food editor per Yahoo. Nonostante avesse pubblicato un libro di cucina ultravenduto, Gwyneth non è laureata (mi chiedo: aveva risposto ad un annuncio?).
La cosa non pare averla scalfita, visto che Goop va sempre più a gonfie vele, grazie anche agli endorsement delle celebrities amiche di Gwyneth e ai molti spunti che (a detta di certi critici), seguono la linea editoriale del: prestigioso, esotico, vagamente benefico per la salute e completamente superfluo”.
Niente da fare: Gwyneth ne sa sempre una più del diavolo. Quando si tratta di lei basta poco a scatenare un putiferio: come per la recentissima questione dei vapori vaginali. Ne parla con molta nonchalance in una recensione della Spa Tikkun di Santa Monica, Los Angeles, che mixa le tradizioni della sauna coreana con il potere di infrarossi high tech. Il trattamento in questione è il Mugwort V-Steam, che Gwyneth descrive così: “si siede su un mini trono e una combinazione di infrarossi e vapori purificano l’utero”. Pare che questo provochi un rilascio energetico che bilancia i livelli ormonali nella donna.
(C’è anche la versione al maschile: l’A-Steam, ma questo è un altro discorso).
Mentre la pacifica Gwyneth si accinge a sedere sul trono, ecco che i media, gli esperti e i medici scatenano un putiferio: “Gwyneth, non sei una ginecologa”, è la tesi predominante.
(Non mi pare però che lei ambisse ad esserlo: si è solo fatta vaporizzare la vagina in una super Spa californiana). By the way, i siti di lifestyle e benessere cominciano a parlare di questo misterioso vapore vaginale.
Si scopre che i vapori vaginali (vaginal steam o yoni steam) sono usati da secoli nella cultura Maya dell’America Centrale così come in quella cinese per ‘purificare e rivitalizzare l’utero’, e per curare molteplici problemi come la dismenorrea (crampi mestruali di cui soffre l’84 % delle donne in età fertile), regolarizzare il flusso, aumentare la fertilità, trattare le infezioni croniche vaginali e la candida, migliorare i sintomi della menopausa, e… trattare cisti ovariche e fibromi.
Senza andare a LA, nella SPA dove il trattamento costa 50 dollari per 30 minuti, il procedimento si può fare anche a casa: non avremo gli infrarossi, ma bastano una bacinella di acqua calda, una tazza di erba Mugwort e un lenzuolo bianco (evito di spiegare i dettagli in questa sede…). I tessuti vaginali, porosi e assorbenti, trarrebbero beneficio da questo vapore.
Molti ginecologi però si oppongono con fermezza: non solo con scetticismo rispetto alle proprietà curative di disturbi più o meno gravi (il vapore di certo non può curare un fibroma, a maggior ragione perché il vapore non può arrivare all’utero a meno che non sia spinto da una forte pressione, cosa pericolosa e comunque non prevista in questo trattamento), ma anche sostenendo che l’eccessivo calore potrebbe fortemente scompensare il delicato equilibrio batterico vaginale.
In particolare, Jennifer Gunter, ginecologa californiana specializzata in disturbi vulvovaginali, dà spiegazioni molto dettagliate e critiche al riguardo, suggerendo saggiamente: “If you want to feel relaxed get a good massage. If you want to relax your vagina, have an orgasm”.
Gwyneth, ovviamente, non replica. Lei ha solo recensito una SPA.