Non poteva essere un caso la presenza di Antonio Di Pietro alla puntata di Servizio Pubblico di giovedì 19 febbraio (vedi la puntata). La stessa puntata in cui è stato invitato Hervé Falciani, quello della lista, colui che ha preso i nominativi di una serie di conti in banca del gruppo Hsbc, scatenando un putiferio internazionale.
Questa notizia non trapelerà perché per sapere cosa è successo bisognava essere presenti nello Studio 3 di Cinecittà, quello dove va in diretta il programma di Michele Santoro.
Durante la puntata Di Pietro ha tirato fuori il suo repertorio tradizionale, un misto di arringa da magistrato e battute televisive anche con l’uso del corpo e la mimica. Nell’ultima pausa pubblicitaria si è salutato con Daniela Santanché che si è avvicinata lì dove erano seduti il Tonino nazionale e il giornalista Gianantonio Stella. A fine puntata invece, mentre il pubblico si stava alzando per andare via, mentre Marco Travaglio era già uscito da un pezzo, mentre la Santanché di fretta ha salutato e se n’è andata, avveniva la notizia.
Falciani si muove nello studio. Di Pietro è ancora seduto, come ha fatto tutto il tempo ha scritto delle cose ma non erano degli appunti. Era un foglietto che ha ripiegato subito. Attrae l’attenzione di Falciani, chiamandolo per nome. Lui si avvicina, si salutano. Il foglietto passa di mano mentre Di Pietro dice a Falciani qualcosa.
Ora la domanda è palese: cosa avrà scritto su quel foglietto Di Pietro? Non credo sia l’indirizzo di una buona pizzeria a Roma. Più probabile immaginare, visto anche il ruolo che ha avuto come magistrato nell’inchiesta Mani Pulite dell’era Tangentopoli, qualche riferimento utile per ciò che sta realizzando Falciani. D’altronde Di Pietro lo ha affermato anche durante la puntata di Servizio Pubblico: le liste di nomi lui le aveva già cercate a inizio anni ’90 con una serie di rogatorie internazionali, quindi qualche esperienza in merito ce l’ha.
Il mistero andrà avanti almento finché, come prevedo, tra qualche mese ne vedremo delle belle.
– Questa notizia è una esclusiva di Nuova Repubblica –