Turismo e dintorniLa forza gentile del turismo

  Siamo un Paese strano, sicuramente l'avrete capito già da tempo da soli. Qui da noi un settore economico che vale, solo come contributo diretto 67,2 mld € (WTTC-stime 2014), per anni è stato sot...

Siamo un Paese strano, sicuramente l’avrete capito già da tempo da soli. Qui da noi un settore economico che vale, solo come contributo diretto 67,2 mld € (WTTC-stime 2014), per anni è stato sottorappresentato in ogni organo di Governo. Solo ad ottobre 2013, ci si è finalmente accorti, che forse il turismo con il suo 4,2% (WTTC) di contributo al PIL nazionale, meritava un po’ di considerazione in più. E’ bastato aggiungere un bella “T” di turismo al MIBAC e così da Ministero dei beni e delle attività culturali si è passati ad un più rotondo MIBACT, e il turismo era sistemato.

E’ così che da noi viene sempre considerato un pezzo portante della nostra economia, meno fashion della moda e del lusso, meno rappresentativo rispetto alle produzioni industriali. In Italia il turismo ha sempre faticato ha trovare una giusta rappresentazione e nel caso di molti governi anche una giusta rappresentanza (ricordate la Brambilla sottosegretario al turismo?).

Ovviamente non sarà un piccolo blog a cambiare tutto ciò. Qui molto semplicemente si cercherà di raccontare la ricchezza e il dinamismo di un settore che da sempre caratterizza la nostra economia e che soprattutto oggi crea connessioni con decine di nuovi settori e che è molto più trasversale di quanto si possa pensare.

Oggi, con una disoccupazione al 13,2% (Eurostat) e una disoccupazione giovanile oltre il 40%, nel settore turistico sono impiegati, più o meno direttamente 2,6 milioni di italiani (WTTC). Certo è un settore con ampie zone grigie, dove ad esempio il lavoro in nero esiste e resiste, ma dove nel tempo si sono fatti pochissimi tentativi per sburocratizzare le assunzioni stagionali dei giovani, alla faccia dei vari Jobs Act e Garanzia Giovani. In questo blog racconteremo come qualcuno ha mappato oltre 250 profili professionali legati al turismo e come, usando le regole che già ci sono, si potrebbero creare oltre 400.000 posti di lavoro nei prossimi anni.

La forza delle nostre esportazioni sono da sempre orgoglio e vanto italico. I grandi marchi, dal food al lusso al machinery vendono in tutto il mondo e rappresentano gli alfieri della nostra economia. Il turismo non crea esportazioni, e quindi è giusto che le luci della ribalta economica spettino ad altri. Però in pochi pensano che i soldi che i 47,7 milioni di turisti stranieri (UNWTO Barometer, 2013) spendono nelle strutture italiane siano in realtà una buona approssimazione della capacità del settore turistico di “esportarsi”. Anzi ci sono interi territori che sulla propria capacità di attrarre “investitori” stranieri hanno creato la propria fortuna. Il Chianti e le Langhe sono solo due degli esempi più famosi, ma ci sono interessantissime esperienze che attraverso la sharing economy stanno contribuendo a ridisegnare completamente il futuro di interi territori e comunità.

Insomma, “Turismo e dintorni” sarà un blog dove partendo sempre dallo stesso assunto di base – il turismo è forza trainante della nostra economia – si cercherà di raccontare storie sempre diverse, alla volte cercando il rigore dei numeri e dei dati, pur non essendo economisti. Altre volte rilanciando assurde idee di start-upper, ma che spesso ci vedono giusto. Altre volte andando ad esplorare le grandi potenzialità del settore culturale, perché sì al MIBACT ci hanno visto giusto, cultura e turismo insieme, sono il nostro grande patrimonio.

Per idee, proposte, commenti e ovviamente critiche scrivete pure a [email protected] @Dgermy

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