Il rapporto tra il turismo italiano e la rivoluzione digitale non è mai stato semplice.
Le istituzioni deputate spesso e volentieri si sono trovare al centro di critiche feroci. La complessa vicenda del portale Italia.it è la punta di un iceberg fatto di scarsa conoscenza del settore turistico e dei suoi bisogni, tecnologie utilizzate in maniera poco innovativa e di costi esorbitanti. Anche il recente lancio di VeryBello, la piattaforma che propone eventi culturali in vista di Expo2015, non aiuta a rasserenare gli animi. Tralasciando il nome accusato di provincialismo, ci si è chiesti l’utilità di una piattaforma rivolta principalmente ai visitatori di Expo che propone tutti i possibili eventi culturali da Bolzano a Lampedusa. In tempi di turismo geolocalizzato dove lo smartphone ti propone attività nell’arco di pochi chilometri, appare difficile che il visitatore da Milano si sposti a Cividale del Friuli per visitare la mostra: “All’alba della storia”.
Certo VeryBello è ancora in fase beta, a sessanta giorni da Expo, e quindi si potrà sicuramente migliorare, magari aggiungendo qualche altra lingua oltre l’italiano e l’inglese, ma l’impressione è che le istituzioni latitano. La speranza è che i lavori dei TDLab (Laboratorio Turismo Digitale) fortemente voluti dal Ministro Franceschini finalmente ci aiutino a colmare un gap che ci costa ogni anni miliardi di euro di mancati arrivi turistici.
La Social Media Week di questi giorni a Milano ha permesso di scoprire meglio l’esperienza di chi sul turismo digitale ci lavora quotidianamente e sfrutta la tecnologia come una formidabile chiave di marketing territoriale.
Il ritardo nello sviluppo della rete digitale rende tutto il nostro sistema turistico particolarmente fragile rispetto al meccanismo delle recensioni da parte degli utenti, per anni ritenute scarsamente attendibili, fino a quando non hanno dimostrato di saper modificare le scelte degli utenti. Oggi hanno assunto un peso talmente rilevante che se una destinazione incrementa di 5 punti la sua reputazione può incrementare le entrate turistiche del 12% (Reputation Institute)
E’ ovvio come la diffusione della tecnologia in campo turistico permetta di rompere i vecchi schemi tra domanda e offerta e inserisca prepotentemente il fattore umano come elemento chiave. Se una volta era la guida a decretare il livello di una determinata struttura oggi sono i milioni di utenti di Tripadvisor.
Il fattore umano entra però in gioco soprattutto nelle strategie di promozione del prodotto turistico. Roberta Milano (@robertamilano) docente di Economia del turismo, consulente di marketing turistico e tra le fondatrici di BTO (Buy Tourism Online) osserva come da sempre ci siano persone appassionate del proprio territorio e impegnate a raccontarlo, semplicemente oggi le tecnologie e i social network rendono tutto ciò molto più semplice e diffuso.
La chiave da cui partire è riuscire a coinvolgere queste persone all’interno di una strategia più ampia, dall’ingaggio di questi gruppi informali la comunicazione deve essere in grado di diffondersi fino ad andare a sollecitare, ad incuriosire i potenziali turisti.
Questa la strategia di #Lazioisme che ha cercato di costruire un racconto collettivo del territorio laziale affidando l’account ufficiale di twitter di Visit Lazio a utenti che in quella regione vivono e che quella regione amano. Hanno raccontato il territorio liberamente scegliendo ognuno il tema o l’area geografica preferita, ognuno con il proprio stile.
In questi anni complice la rapida evoluzione della tecnologia sono le fotografie e i video che hanno assunto un ruolo sempre crescente nelle strategie di promozione digitale dei territori. #BasilicataSelfie ha giocato sulla moda di quest’anno, mostrando il territorio lucano, le sue storie e le sue bellezze. Una strategia che ha pagato, riuscendo a coinvolgere migliaia di utenti che spontaneamente hanno iniziato a tifare (e a twittare e a instagramare e molti altri neologismi) verso Matera 2019, inserendo nelle proprio foto gli hastag #BasilicataSelfie a #Matera2019. Molti osservatori hanno sottolineato come la capacità di mobilitare la comunità lucana nel progetto di Matera capitale della Cultura sia stato uno degli elementi fondamentali per la vittoria finale.
La capacità di saper coinvolgere le persone in un progetto di racconto del territorio è quindi elemento sempre più determinante nelle strategie di promozione. Forse questa volta in Italia potremmo avere qualche freccia in più, infatti Instagram il principale social network di fotografia conta in Italia una delle comunitàdi utenti più attive e dinamiche al mondo. Già che un social network abbia una propria comunità fisica è qualcosa di strano, ma gli Igers, così si definiscono gli utenti appassionati di Instagram, in Italia hanno costituito una vera e propria associazione, attraverso la quale organizzano eventi, in cui il territorio e i beni culturali sono spesso protagonisti.
Una rete che unisce 60 community (o comunità?) locali, provinciali e regionali seguite complessivamente da oltre 400.000 persone. Questa rete ha un potenziale straordinario di racconto e di ingaggio di altri utenti, diffondendo quindi un messaggio in maniera rapida, appassionata ed economica. Anche Expo e Milano saranno raccontate attraverso le foto degli igers, l’appuntamento è per l’ Instameet del 26, 27 e 28 giugno. Tre giorni in cui gli appassionati di Instagram si incontreranno per dar vita ad un grande fotoracconto dell’esposizione universale e della città che la ospita.
E’ evidente come il fattore umano sia sempre più determinante in queste strategie, ed è forse questo il punto su cui occorre lavorare per smuovere il nostro sistema turistico. Non manca la tecnologia, non mancano le storie da raccontare o i luoghi da fotografare. Le piccole e grandi storie di successo del nostro turismo sono da sempre basate sul fattore umano, l’auspicio è che anche grazie alle tecnologia troveremo il tempo di parlare con i clienti e torneremo a considerarli ospiti e forse un giorno amici.