Esiste una sorta di “maledizione Meucci” che aleggia sulle teste dei politici nativi americani – il rapporto di quest’ultimi con la telefonia mobile o immobile che sia è a dir poco complicato.
A inaugurare la tradizione conflittuale fu il voyeurismo a scopi elettorali targato Richard Nixon, che mentre la sua amministrazione si dilettava fra Yom Kippur, shock petrolifero e Pinochet, veniva beccato a maneggiare un lungo cannocchiale, dalle altrettanto lunghe orecchie, puntato su l’albergo di Washington con il nome di un Acquapark.
Passando per Bill Clinton che al riparo da sguardi indiscreti, sotto la propria cornetta, metteva un altro genere di corna e arrivando infine a George W. Bush jr. – il primo Presidente interdetto all’utilizzo di apparecchi telefonici, perché il solo gesto di accedere alla rubrica avrebbe scatenato una crisi diplomatica.
La sottile linea rossa conduce fino ad Hillary, nelle ultime settimane accusata e poi auto scagionatasi per aver utilizzato il BlackBerry del Dipartimento di Stato nel 2010 al servizio delle proprie comunicazioni private.
Se pensate al fatto che il Paese è da quattro anni sconvolto da rivelazioni giornalistiche sulla sorveglianza di massa e sui tentativi delle agenzie governative di rispondere via chat privata alle preoccupazioni di vostra madre, allora la polemica sulla moglie di Bill puzza lontano un miglio di mormoni timorati di Dio, ai quali ancora non è ben chiaro il concetto di priorità.
Tuttavia immaginarsi la casella di posta pubblica/privata della Clinton stimola fantasie recondite.
Destinatari: [email protected]
Oggetto:El Dorado Canyon
Testo: Let’s kill Gheddafi, US Department of State
Destinatari: [email protected]
Oggetto: Bitch
Testo: You got money by exploiting my Husband’s weaknesses. You bastard.
Destinatari: [email protected]
Oggetto: I need somebody help
Testo: Hi friend!
La seconda mail ha dato adito a non pochi fraintendimenti dalle parti del Cremlino.
La morale della favola è che la BlackBerry Limitedha fatto incetta di pubblicità gratuita sulle colonne delle principali testate nordamericane, sebbene l’ex Segretario di Stato abbia inizialmente imputato la propria inettitudine tecnologica ad errori del sistema, che impedivano di switchare dalla posta privata a quella governativa.
Del resto è noto che non c’è migliore pubblicità di quella cattiva – e se lo augura anche la Clinton in attesa delle primarie democratiche prossime venture. Per inciso – risponde solo a orari pasti.