Qualche anno fa qualcuno prometteva milioni di posto di lavoro e si sa come è finita. Adesso qualcun altro promette rivoluzioni del mercato del lavoro e dopo l’inizio promettente sembra che ci sia ancora qualche granello di sabbia nell’ingranaggio della crescita.
Se oggi vi dicessero che dalla filiera turismo, ambiente e cultura nel giro dei prossimi cinque anni si potrebbero generare oltre 500.000 posti di lavoro, probabilmente nessuno ci crederebbe. In realtà in Italia già oggi gli addetti (tra diretti e indiretti) superano i 2,6 milioni (WTTC 2014) si parlerebbe quindi, di un aumento di circa il 20%. Aumento importante ma forse non impossibile se si ricorresse a misure eccezionali, una “politica industriale” si sarebbe detto una volta.
La Fondazione Obiettivo Lavoro con il supporto tecnico di BPI Italia si sono impegnati a dimostrare che non servirebbero politiche straordinarie, più semplicemente servirebbe utilizzare bene ciò che già c’è. Il progetto Petroleum, promosso da Obiettivo Lavoro è dedicato in particolare a valorizzare l’occupazione giovanile attraverso un’occupazione socialmente tutelata e garantita, andando a creare opportunità di lavoro nella fascia 15-34 anni che oggi registra tassi di disoccupazione del 42,6% (ISTAT).
Petroleum individua nei giacimenti culturali e ambientali i grandi asset di sviluppo del Paese. Beni strategici che non possono essere delocalizzati nè copiati e che rappresentano il brand dell’Italia nel mondo. Un ragionamento in realtà già fatto altre volte, ma che troppo spesso si è fermato alla semplice constatazione dell’esistenza di un grande patrimonio, senza comprendere che è necessario valorizzare ed investire affinché il “petrolio” possa sgorgare e trasformarsi in carburante per la nostra economia.
In questo caso si è andati oltre, Fondazione Obiettivo Lavoro ha costruito una mappatura dei profili professionali legati alla filiera turistica estremamente ricca e articolata. Un atlante del lavoro che contempla oltre duecento profili da quelli più tradizionali fino ad arrivare alle nuove professioni di frontiera. La nuova occupazione è sempre più di tipo manageriale, di gestione di business che si stanno evolvendo: organizzatori dell’offerta e dei network delle risorse turistiche, organizzatori di servizi culturali e d ambientali, programmatori e organizzatori d’eventi. Le professioni “di frontiera” sono invece quelle creative, che nascono spontaneamente nell’intersezione tra diversi ambiti produttivi, dalla capacità di coniugare una domanda latente di innovazione, con l’offerta legata a peculiarità dei territori e dai diversi contesti produttivi. La crescita dell’utilizzo dei social network per la promozione del territorio di cui abbiamo recentemente raccontato va sicuramente in questa direzione ed è un fenomeno che in un evento come BTO (Buy Tourism Online) dimostra la crescita di una nuova categoria professionale.
Un primo canale di finanziamento per l’intero progetto potrebbero essere i Fondi Europei, in particolare il Fondo Sociale Europeo (FSE) per le attività di formazione, inserimento lavorativo e accompagnamento all’avvio dell’impresa oltre al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), gestito dalle Regioni e che destina risorse al supporto all’impresa. Questi due strumenti potrebbero essere affiancati dal fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti destinato in parte al rilancio del turismo. Gli enti locali in questo grande progetto non avendo pressoché più disponibilità di spesa sarebbero chiamate a supporto, fornendo parte del proprio patrimonio immobiliare, magari potrebbe essere la volta buona per sbloccare il grande tema del federalismo demaniale ormai finito nel cassetto di qualche ministero.
Tutto appare lineare e semplice, possibile che non l’abbia ancora fatto nessuno?
E’ possibile perché manca una visione strategica di ciò che potrebbe essere il futuro della nostra economica. E’ possibile perché i Fondi Europei raramente sono utilizzati in una logica di sistema, in cui si decide di investire in alcuni settori prevalenti, ma spesso sono frammentati in troppi rivoli che impediscono di produrre impatti rilevanti.
Allora è necessario agire, dimostrare che le cose possono accadere anche se il contesto appare difficile, anche con azioni simboliche che però hanno il merito di andare a premiare piccole (grandi) idee innovative.
Deve essere questa la logica che ha spinto Fondazione Obiettivo Lavoro a lanciare il concorso Petroleum in collaborazione con Fondazione Accenture. Una Call for Ideas alla ricerca delle migliori idee di start-up e sviluppo imprenditoriale. Idee d’impresa che sappiano creare nuova occupazione e sappiano valorizzare 5 segmenti eccellenti del nostro Paese:
- Patrimonio culturale
- Patrimonio artistico
- Patrimonio eno-gastronomico
- Patrimonio ambientale
- Promozione e gestione del turismo consapevole.
Con una dotazione di 200.000€ per cinque potenziali vincitori la call di Petroleum forse non cambierà i destini del settore turistico, ma potrebbe cambiare drasticamente il futuro di qualche giovane imprenditore. Molti analisti sono pronti a giurarci, i settori del food e del travel saranno quelli dove nei prossimi anni si vedranno le più grandi innovazioni. E se il prossimo Tripadvisor fosse italiano?