Il 5 maggio si svolge in molte piazze italiane una delle più grandi manifestazioni della scuola degli ultimi anni. Studenti, docenti e precari si riuniscono per protestare contro il ddl della Buona Scuola, riforma scolastica che tra rinvii e false promesse tarda ancora ad arrivare.
C’è fibrillazione. Il 5 maggio è il giorno della manifestazione della scuola. Le piazze italiane durante questa giornata ospiteranno cortei e comizi dei protagonisti della scuola italiana, in protesta contro il ddl della Buona Scuola voluta dal governo Renzi. Una riforma epocale che avrebbe dovuto cambiare il volto dell’istituzione scolastica, migliorare la didattica e soprattutto risolvere finalmente l’annosa e complicata situazione dei precari del mondo della scuola, ma che ancora non è legge. Centinaia di docenti, circa 150 mila da anni sballottati nelle GAE, avrebbero dovuto ottenere con questa legge una nuova prospettiva di lavoro e delle sicurezze di assunzione; ad oggi la Buona Scuola è una somma di promesse e ritardi, che non si è concretizzata in fatti, ma solo in attese.
Nelle piazze, per la manifestazione del 5 maggio, non soltanto docenti e precari, ma anche tanti studenti e gruppi studenteschi che hanno manifestato le loro idee nel messaggio virale la scuola #nellenostremani. Tra i movimenti studenteschi a rappresentanza di molti ragazzi delle scuole UdS, Unione degli Studenti, che ha espresso il dissenso contro la Buona Scuola, ritenendola poco utile e poco efficace a risolvere i problemi dell’istituzione scolastica. Nei mesi scorsi Unione degli studenti ha presentato una “controriforma” chiamata l’Altra Scuola, una riforma in 7 punti che mette in discussione la riforma di Renzi e propone soluzioni diverse, a misura di studente. Danilo Lampis, portavoce di Uds dichiara «il Governo rifiuta l’ascolto e propone una scuola totalmente contraria alle proposte dell‘Altra Scuola, scritte dagli studenti negli ultimi mesi. Noi chiediamo il ritiro del ddl, poiché basato su principi di competizione, svendita della scuola pubblica e disuguaglianza»
In piazza il 5 maggio anche Link, Coordinamento universitario che il 4 maggio ha organizzato una conferenza stampa alla Camera dei deputati sul tema dell’abilitazione all’insegnamento. Alberto Campailla, portavoce di Link si è detto soddisfatto dell’incontro ma ha poi aggiunto «l’incertezza sul piano del percorso di abilitazione e le promesse non rispettate in campo di assunzioni, nonché la mancanza di un percorso partecipato nella discussione di queste tematiche –sono ndr– tra i motivi della partecipazione degli studenti universitari allo sciopero generale del 5 maggio», aggiunge «chiediamo un sistema lineare di accesso all’insegnamento ed abilitazione, mentre nel ddl “Buona Scuola” vi è solo una delega in bianco».
Riccardo la Terza di Rete della conoscenza ha spiegato in un post la necessità dello sciopero del 5 maggio «lo sciopero della scuola irrompe in questa scena, in un contesto sociale caratterizzato da una democrazia ormai logorata dall’autoritarismo del Governo» dichiara inoltre «è necessario costruire una riscossa democratica a livello europeo che parta dalla gratuità dell’istruzione, dal reddito minimo, da un lavoro di qualità e pagato, dalla definizione di un modello di sviluppo fondato sulla giustizia ambientale, sulla democrazia dei territori, sulla rottura con le politiche di austerità».
La manifestazione del 5 maggio è destinata a segnare un capitolo importante nelle proteste degli ultimi anni. I cortei sono stati organizzati dalle sigle sindacali scuola FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA che non vedevano una così larga partecipazione alle proteste da molti anni.
Una mobilitazione generale che mette in dubbio la sicurezza e gli obiettivi della Buona Scuola, che al momento ha fornito solo, poche garanzie e un futuro incerto per i protagonisti della scuola.
Sarà possibile seguire la diretta dei cortei seguendo gli hashtag #nellenostremani #scioperogenerale