“Il 31 dicembre del 1958 Lila ebbe il suo primo episodio di smarginatura. Il termine non è mio, lo ha sempre utilizzato lei forzando il significato comune della parola. Diceva che in quelle occasioni si dissolvevano all’improvviso i margini delle persone e delle cose.”
E’ a pagina 85 de L’Amica Geniale, il primo volume della saga di Elena Ferrante (edizioni e/o, candidata al Premio Strega 2015), che si parla per la prima volta di ‘smarginatura’.
Proprio intorno all’idea di ‘smarginatura’ è nato a Napoli, luogo in cui sono ambientati i romanzi della Ferrante, un progetto creativo che ha dato vita alla mostra “Smarginatura-I luoghi e gli spazi de L’amica Geniale”, aperta fino a domenica 24 maggio nella Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli. Parallelamente alla mostra si è costituito un collettivo artistico, il Collettivo Smarginatura, fatto di professionalità e sensibilità diverse riunite intorno alla passione per l’opera di Elena Ferrante, che si propone di agire come una vera e propria officina creativa.
L’idea della mostra è stata quella di ripercorrere e ritrovare luoghi, suoni e spazi della città di Napoli attraverso la scrittura di Elena Ferrante, con gli interventi delle artiste napoletane Marisa Albanese, Carolina Ciuccio e Giulia Piscitelli e con l’installazione sonora di Lorenzo Campese e Renato Fiorito.
Ne ho parlato con Lia Polcari, titolare di Evaluna-libreria delle donne e ideatrice dell’iniziativa insieme al filosofo Raffaele Lucariello: “Si tratta di una mostra-contenitore: ci sono le installazioni delle artiste in nove cappelle della Chiesa, mentre in un’altra cappella viene proiettato, sull’altare, un video che ripercorre i luoghi del libro, accompagnato dal sonoro che elabora i suoni della città (le voci, il respiro del mare, il rumore della pioggia), fusi alla lettura di brani tratti da L’Amica Geniale”.
Nella quadrilogia della Ferrante, la città di Napoli si fonde con le protagoniste, Elena e Lila, l’una costantemente all’inseguimento dell’altra, in un rapporto che sfugge a ogni classificazione. Sullo sfondo della loro amicizia ci sono gli eventi politici e sociali dell’Italia di quegli anni e il riferimento costante al “rione”, luogo di loro profonda appartenenza.
Parlando del collettivo, mi racconta Lia come sia nato spontaneamente: “A noi ideatori e agli artisti della mostra si sono aggregati altri artisti e creativi, come se ci fosse stato un fluido magico a unirci. Siamo tutte persone che da vent’anni lavorano nell’ambito dell’arte, della cultura e della letteratura a Napoli, con un particolare riferimento alla scrittura e al pensiero al femminile. Non c’è un manifesto programmatico, è tutto in divenire”.
Un collettivo quasi completamente al femminile, dove gli unici uomini sono il filosofo Raffaele Lucariello e i musicisti Lorenzo Campese e Renato Fiorito, del gruppo Yellow Face (aneddoto: mi spiega Lia che il nome ‘Yellow Face’ deriva dal modo in cui i napoletani chiamano San Gennaro, ‘Faccia Gialla’, per il colore bronzeo della statua che viene portata in processione).
Faccio un’ultima domanda a Lia Polcari: perché secondo lei Elena Ferrante dovrebbe vincere lo Strega?
“Seguo Elena Ferrante dall’inizio. Coincidenza vuole che abbia cominciato a scrivere vent’anni fa, nello stesso periodo in cui è nata la mia libreria. I suoi romanzi sono legati indissolubilmente alla storia della casa editrice e/o. – dice – A essere sincera, non penso che le interessi particolarmente vincere lo Strega! Però dovrebbe vincerlo perché la scrittura di Elena Ferrante esprime l’anima autentica di Napoli. Si merita lo Strega così come Sorrentino si è meritato l’Oscar con “La grande bellezza”.
La mostra “Smarginatura – I luoghi e gli spazi de ‘L’amica geniale’ si può visitare fino a domenica 24 maggio presso la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli (Piazza Bellini – Largo Sant’Aniello a Caponapoli). Le informazioni sugli orari si trovano sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Smarginatura-i-luoghi-e-gli-spazi-dellamica-geniale/758304484277267