Casteggio è una cittadina ai piedi delle colline in Oltrepo. Secondo wikipedia ha 6200 e rotti abitanti.
A Casteggio quest’anno ci sarà la prima fiera dell’artigianato. Embe’ mi dirai? Manfatti ti dico io.
Fin qui pare tutto liscio.
Stamattina però leggo il post del giornalista per bene che in modo del tutto ovvio e naturale stigmatizza un cartellone comparso in provincia.
Il cartellone recita cose della fiera dell’artigianato, tipo il nome e il luogo, e i patrocinii. E sul cartellone campeggia un sedere (bello peraltro) strizzato dentro dei minishort.
“L’artigianato si mette in mostra” dice il cartellone. Che culo mi dirai, ecco, appunto.
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Questa sera leggo la vibrata protesta dell’assessore alla partita (per bene anche lei) che, in modo del tutto condivisibile opina sull’opportunità di mettere un sedere femminile in bella mostra, spiega che il patrocinio della Provincia viene dato prima che i materiali pubblicitari vengano prodotti. Protesta la sua innocenza riguardo alla scellerata scelta e dichiara che non inaugurerà la fiera dell’artigianato, a Casteggio, in Oltrepo, 6200 e rotti abitanti.
Ho cercato di capire di cosa si tratta e, posto che un sito non c’è, girellando su google scopro che:
“Il pubblico potrà trovare molteplici soluzioni alle proprie esigenze: tra gli stand numerose sono le proposte di arredamento, design, oggettistica, illuminazione, arredo-bagno, pavimentazione, sistemi di allarme, biancheria per la casa, rivestimenti, piscine, infissi e stufe, impianti fotovoltaici, pannelli solari, case ecologiche e altro ancora.”
E che l’ingresso è gratuito. Artigiani non pervenuti (salvo gli installatori suppongo).
Non mi contento e approfondisco. Trovo la pagina facebook dell’evento e scopro che ci saranno le selezioni per le miss di non ho capito cosa e la sera successiva il Casteggio got talent, con tanto di premi in denaro.
Opino a mia volta e mi domando: dato il ricco programma e la proposta contenutistica, siamo sicuri che il problema sia il (censurabilissimo) sedere sul manifesto?