Hic sunt lupiIrlanda ipocrita e arretrata

Sono giorni che impazza l'Irlanda mania. Sono stati riconosciuti i diritti civili alle coppie omosessuali e questa è una battaglia che dovrebbe far luce su una Unione Europea ancora un po' arretrat...

Sono giorni che impazza l’Irlanda mania. Sono stati riconosciuti i diritti civili alle coppie omosessuali e questa è una battaglia che dovrebbe far luce su una Unione Europea ancora un po’ arretrata e bigotta su questa tematica, in particolare modo l’Italia.

Ma una cosa non si è evidenziata. 

L’Irlanda è il paese più arretrato.

In Irlanda l’aborto non è consentito, ma ritenuto illegale. Se una donna viene stuprata, ad esempio, la vittima è costretta a portare in grembo il bambino fino alla fine, così come è capitato ad una ragazza 25 enne vittima di stupro che, dopo aver tentato il suicidio svariate volte non accettando la vita che portava in grembo, ha subìto un cesareo alla 25 esima settimana – definito “parto di stato”- per permettere al bimbo di poter vivere, senza cadere in questo modo nella illegalità. Era il 17 agosto 2014, non 25 anni fa.
Nel 2012 una 31enne indiana, Savita Halappanar, è morta di setticemia perché le è stato impedito di abortire alla 17esima settimana mentre si trovava nell’ospedale della bellissima Galway.

L’Irlanda ha approvato una leggere sul divorzio solo nel 1997.

Insomma, l’Irlanda non è un paese in cui i diritti civili vengono custoditi e la vita degli abitanti viene presa a cuore, specialmente le scelte personali e fisiche delle donne.
A confronto l’Italia sembra il paese delle meraviglie, anche se abbiamo molta più strada da fare noi qui; basti pensare al razzismo che ancora oggi vive e regna più forte e radicato di prima, la radicata differenza fra nord e sud – siamo ancora fermi a Salvini -, all’indifferenza che vi è ancora verso questi temi ancora tabù, come l’omosessualità o la fobia del colore della pelle diverso dal nostro.

Paradossalmente l’Italia è qualche passo avanti alla pacifica e cattolicissima Irlanda, ma a livello di cultura ed apertura mentale, beh… Siamo ancora fermi agli anni del duce.

Wagliu’, ma p’piacer!

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