Ego politicoTorna L’Unità: vediamo le novità (recensione)

Torna in edicola e online L'Unità: 24 pagine come Il Fatto Quotidiano (di cui ho parlato pochi giorni fa in occasione del rinnovamento del giornale di Marco Travaglio) per 1,40 euro. Innanzitutto ...

Torna in edicola e online L’Unità: 24 pagine come Il Fatto Quotidiano (di cui ho parlato pochi giorni fa in occasione del rinnovamento del giornale di Marco Travaglio) per 1,40 euro.

Innanzitutto colpisce come, nell’era del digitale, il sito sia rimasto fermo fino al ritorno alle edicole, quando è apparso con il nuovo dominio unita.tv. Personalmente non l’ho trovata una scelta azzeccata, immagino avranno avuto i loro motivi. Il sito comunque è rinnovato nella forma e già dal dominio si intende debba essere un portale che unisca articoli scritti a video.

Il cartaceo si presenta subito come matrice Pd, dall’editoriale del direttore Erasmo De Angelis (attualmente nel governo) al saluto di Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico oltre che presidente del Consiglio dei ministri. Tra gli interventi nelle altre pagine anche Matteo Orfini (presidente del Pd e commissraio del partito a Roma), il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e quello degli Esteri Paolo Gentiloni.

Come titolo principale si è deciso di affrontare, in maniera ribaltata, la questione romana di mafia capitale. Forse la ragione è da trovare anche nel fatto che di questi tempi a Roma c’è la Festa dell’Unità.

Il cartaceo è ingombrante come i classici giornali (a differenza della versione dell’ex direttore Conchita De Gregorio), un po’ dispersivo nella gestione degli spazi. Sembra che voglia cercare di essere un ibrido sotto vari punti di vista: un giornale di partito ma anche no, un giornale di cronaca ma anche di approfondimento, notizie lunghe come un tweet o quanto una pagina.

Interessanti ho trovato le parti di approfondimento e di cultura, lì dove un cartaceo può ancora esprimere un ruolo visto che l’immediatezza del web rende vecchie molte delle notizie di cronaca portate in edicola.

Molto spazio alle foto, in alcune pagine preponderanti, fino a occupare metà dello spazio.

Bei paginoni di pubblicità (a differenza del Fatto): Eni, Enel, Intesa San Paolo, Poste Italiane. Curiosità: tutte grandi aziende con un ruolo presente o passato da parte dello Stato o della politica.

Il giornale sembra tarato per un elettore democratico tendente a sinistra, rassicurante sul fatto che il Pd sia il partito giusto da votare e creando un ambiente favorevole nel spiegare il perché. Anche grazie agli altri articoli ben scritti che possono anche valere l’acquisto.

L’Unità ha vissuto un anno di blocco delle pubblicazioni dopo che è stato rifiutato il piano editoriale proposto da Matteo Fago, editore (puro) di Left e di Il Test e dopo l’uscita di scena di Guido Veneziani per un’indagine nei suoi confronti. Veneziani che aveva preoccupato molti  lettori del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, in quanto il target dei suoi prodotti editoriali non era in linea col giornale che fu del Pci. Ora è di nuovo tra noi con un accordo tra il Pd e Pessina (Piesse) con Veneziani che resta ancora con una piccola quota.

Il giornale ora dovrà vivere della passione dei lettori, cosa che non dovrebbe essere affatto difficile: quanti elettori ha il Pd? Quanti lettori aveva precedentemente l’Unità? Quanti iscritti ha il Pd? Probabilmente basterebbero le feste dell’Unità per far andare in pareggio il quotidiano di Gramsci.

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