Ieri, 4 agosto, sono arrivate le nomine per il Consiglio di Amministrazione della Rai. Questa mattina si nota come secondo una circolare pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2015 si legge: “Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha adottato in data 4.12.2014 un’apposita circolare per chiarire la portata dell’art. 6 del Dl n. 90/2014 convertito nella Legge n. 114/2014 che ha introdotto nuove disposizioni in materia di “incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza”.
Tradotto, recita anche la legge Madia, «gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione». Insomma, se entrano pensionati in un cda di una pubblica amministrazione potranno rimanerci per un anno e a zero euro, salvo rimborso spese.
La limitazione è indirizzata alle pubbliche amministrazioni e “altri enti”, che si possono rintracciare all’interno delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della Pubblica Amministrazione. La RAI non rientra in tale elenco delle Amministrazioni Pubbliche censite dall’Istat. Dunque, a meno di altre interpretazioni creative, almeno per il momento il cda della RAI è salvo e destinato a durare.