La speculazione ediliziaFar fiorire la vertigine

La storia di Simona Frigerio, di come una donna coraggiosa può prendere la vertigine del cambiamento e farla diventare la novità per la sua azienda. Il portamento è compito e misurato, da ottima i...

La storia di Simona Frigerio, di come una donna coraggiosa può prendere la vertigine del cambiamento e farla diventare la novità per la sua azienda.

Il portamento è compito e misurato, da ottima imprenditrice comasca quale è, ma gli occhi da Valchiria fanno trasparire un fuoco ardente, tipico di chi nella vita non ha mai mollato e ha braci ardenti al fondo dell’anima .

La seconda volta che avrei dovuto incontrarla ad una delle mie “riunioni di filiera” (la CdO Edilizia si riunisce con gruppi di lavoro a cadenza pressoché mensile, ndr) lei non era potuta venire e al suo posto erano presenti due collaboratori. “Per fare una Simona servono almeno due di noi!” avevano detto, e da lì mi aveva già conquistata.

Io devo a lei il nome di questo blog che, vi svelerò il reale retroscena, in realtà non è altro che la citazione di un romanzo di Italo Calvino, in cui l’Italia del dopoguerra, la grande spinta propulsiva di un paese in rinascita, è raccontata attraverso la tormentata “partnership” tra un intellettuale e un imprenditore edile del tempo. Per la mia formazione classica , che fa di me un ingegnere molto più estetico che etico , mi piace molto l’idea (e chissà che Calvino non l’abbia fatto apposta) che la parola “speculazione” abbia un significato negativo ma ne abbia anche uno positivo, di introspezione filosofica. Perché quando si tratta di lavoro, di società, delle persone, si può sempre arrivare a sperare che il negativo sia un passaggio, un trampolino, per andare più in là.

Ho sentito citare Calvino proprio da Simona Frigerio, l’ultima volta che ha parlato in pubblico, e per un imprenditore dell’edilizia, partire dalla “speculazione” per descrivere la propria azienda può voler dire solo due cose: o rimuginare sui fasti passati, o essere assetati di futuro. Lei è LA sete di futuro.

Figli di veri palazzinari del nord (papà Frigerio fonda la sua impresa negli anni settanta nella comasca cittadina di Longone al Segrino), Simona e suo fratello Enrico conducono oggi l’azienda di famiglia dopo un vero e proprio “rinnovamento generazionale”che ha cambiato radicalmente la loro mission e le loro vite: è il 2009, e la realtà inizia a suggerire che non sarà l’impresa edile “tradizionale” a guardare al futuro con speranza; improvvisamente il papà si rende conto di aver bisogno di lasciare le redini alla generazione successiva. La famiglia si riunisce. Che fare?

Quando si è costretti ad un repentino passaggio generazionale sul lavoro, e si è “il” figlio che prende il posto del padre (spesso fondatore) dell’impresa, la sensazione prevalente è quella della vertigine, come se la mano che fino ad allora ti aveva saldamente tenuto improvvisamente lasciasse la presa, e insorge la paura di cadere nel vuoto.

“Era la vertigine. L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare ad essa” (Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere).

Quando una donna forte prova la vertigine del vuoto sotto, della caduta senza rete, ci sono solo due strade: o lanciarsi nel vuoto, oppure diventare amica della vertigine. Lei le ha scelte entrambe, creando un nuovo ramo di azienda che ha impedito e impedisce di cadere nel vuoto. In senso figurato, ma anche in senso letterale: dopo aver portato tutto lo staff in Germania per una profonda formazione nel cuore della sicurezza di cantiere, Simona e Enrico introducono il settore “Safety”, cioè l’installazione qualificata di dispositivi di protezione individuale e linee anticaduta. E ad oggi sono tra i primi in Italia. Frigerio Safety. (Le cosiddette “linee vita”: i lavori in quota nel comparto edile espongono infatti i lavoratori a rischi molto elevati per la loro sicurezza. E come il corretto utilizzo di sistemi e dispositivi anticaduta possono prevenire o diminuire la gravità di eventuali infortuni, c’è anche da dire che ottimizzare la gestione della sicurezza in un cantiere fa parte delle scelte di management così come la logistica, gli approvvigionamenti e la direzione lavori, solo che in più ne va della pellaccia delle persone!!!).

Simona ripete spesso: “investire in formazione e sicurezza, questo mette l’uomo al centro dello sviluppo aziendale, perché l’uomo è l’unico vero motore di qualsiasi moderna azienda” E ancora: “Ho cominciato da qualche anno a rispondere alla domanda ‘posso fare qualcosa?’ con un si chiaro e deciso. Questo è stato il mio più grande cambiamento; questo mi ha dato la spinta per iniziare a lavorare con altri e a coinvolgere sempre di più i miei collaboratori; con Enrico ogni mattina in cui arriviamo in azienda ci chiediamo quali siano le strade non più percorribili e quali strade nuove possano sostituire le vecchie

E infatti sul loro sito compaiono già da tempo parole quali bioedilizia, case in legno, innovazione. Chi scommette che sentiremo parlare di lei ancora, e non solo per il SafetY?

Ad maiora.

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