KahlunniaIntegrazione come risposta al peggior integralismo

Non deve essere facile essere musulmani nel Mondo di oggi. Non deve essere facile sentirsi costretti a scegliere tra teocrazia e democrazia, tra religione e libertà. In realtà sentirsi a questo biv...

Non deve essere facile essere musulmani nel Mondo di oggi. Non deve essere facile sentirsi costretti a scegliere tra teocrazia e democrazia, tra religione e libertà. In realtà sentirsi a questo bivio identitario, credere di dover scegliere tra il proprio Stato e la propria Religione è una trappola culturale. La Religione attiene solo ed esclusivamente alla vostra sfera personale, alla vostra etica privata. Lo Stato, invece, è quell’entità stupenda che permette a noi, alle nostre figlie e ai nostri figli, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli, di realizzare pienamente se stessi all’interno della società in cui viviamo.

So bene che questo modello di integrazione, il modello italiano, europeo, americano, occidentale, spaventa alcuni di voi. E so altrettanto bene che nel momento in cui voi o i vostri genitori avete lasciato il Paese di origine, non lo avete fatto solo per cercare un presente più prospero ma anche per offrire alle persone che amate un futuro di maggiore libertà.

In questi giorni terribili in cui estremisti musulmani usano le libertà nazionali ed europee per attaccare il nostro modello di democrazia, spetta a noi tutti (comunità islamiche in primis) usare la nostra democrazia, le nostre libertà, il nostro modello di società, per difenderci dal loro modello di inciviltà.

Questo non vuol dire assimilarsi. Ma integrarsi sì. L’integrazione è la miglior risposta all’integralismo. Integrarsi nella società in cui si sceglie di vivere è un dovere prima che un diritto. Integrarsi sul serio, far propria la battaglia contro il fondamentalismo islamico e a difesa della democrazia e delle libertà di cui disponiamo, è il passo necessario per evitare che l’integrazione degeneri in disintegrazione.

Non cadrò nella trappola di chi vuole descrivere il mondo musulmano europeo e italiano come un monolite perché so che non è così. E so che non è così perché ho conosciuto tante Fatma, tanti Nihad, tanti Mohamed, tanti Maruan che piangono per le stragi di Parigi come per quelle in Nigeria, in Siria, in Libano e in rari casi anche in Israele.

Se è vero che in molti si sentono ingabbiati in un ghetto di pregiudizi a causa dei boia in nome di Allah, so anche che in troppi hanno paura a schierarsi con nettezza. E non parlo di prendere posizione contro l’Isis, contro Hezbollah, contro Hamas o contro chi vi pare (questo mi pare il minimo).

Non basta un hashtag (#notinmyname) per risolvere la questione. Per risolvere la questione la sfida è di dimostrare ai Califfi che tra il loro modello di inciviltà e il nostro modello di civiltà, voi praticate il nostro modello di civiltà. Dimostrare loro che tra una società che pratica la Sharia e una società che pratica il culto dell’uguaglianza, voi scegliete quella dell’uguaglianza. Dimostrare loro che tra una società che discrimina la donna e una società che si batte per la parità di genere voi scegliete la società che si batte per la parità di genere. Che tra una società che usa il terrore come mezzo e una società che ha la felicità come fine voi scegliete la società che ha la felicità come fine.

Lo so che non vi va di dover scegliere. Che trovate imbarazzante e ripugnante che qualcuno vi chieda di scegliere. Ma la scelta dello Stato in cui vivere è una scelta che richiede osservanza al pari della religione che si sceglie di praticare o non praticare. E l’osservanza che richiede il nostro Stato, nel senso di mio e di vostro e di tutti noi, è quella di una Repubblica in cui ci si batte per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (articolo 3 della Costituzione). Cari cugini musulmani, se avete deciso che l’Italia è la vostra patria allora la Costituzione dovrà essere il testo sacro del vostro vivere civile.

Fottetelo il Califfo. Fategli capire che se lui usa la nostra democrazia per attaccarci, voi la nostra democrazia e le nostre libertà scegliete di usarle per emarginare i suoi adepti e simpatizzanti. Non fatevi emarginare da chi usa la forza per affermare la propria ragione. Emarginate voi, attraverso l’uso della ragione e le regole della democrazia, chi vuole emarginarvi per forza.

In questo post avrei voluto anche scrivervi altre cose, ma non è il momento. L’attacco che ha sferrato il Califfo alla vostra possibilità di integrarvi davvero e alla nostra possibilità di essere liberi da qualsiasi pregiudizio è troppo grande. Adesso è il momento di difendersi isolando chi vi vorrebbe isolati, ma anche emancipandovi dalle enclave religiose e culturali che troppo spesso non permettono a molti di voi di essere profondamente parte di questo Stato.

Siate davvero e pienamente cittadini italiani. Difendete l’Italia come difendereste la vostra casa e vedrete che sarete i benvenuti.

@√itokappa

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