Di fronte alla terribile minaccia fascista – chissà cosa significa la parola “fascismo” nel 2015 – non c’è ragionamento politico che tenga. Se si tratta di sconfiggere l’Oscuro Signore di Mordor, non importa che tu appartenga al popolo degli elfi o a quello dei nani. Bisogna combattere tutti insieme, fare fronte comune contro il Grande Cattivo e votare (come al solito) tappandosi il naso. Di fronte all’emergenza, ci si dimentica che la sinistra di governo in Francia è la migliore alleata della Confindustria francese, che il Partito Socialista (e gli altri partitini suoi alleati) ha ritirato le sue liste in più di una regione o ha spinto i suoi elettori a votare la destra di Sarkozy – che da anni lecca il culo ai “fascisti” proponendo in pratica le stesse cose, ma con meno credibilità, – che nessuno dei partiti tradizionali è riuscito a trovare uno straccio di strategia per risolvere il problema della disoccupazione, che è la vera bestia nera del popolo francese. Altro che Islam. Ma chissene. Se si tratta di combattere il mostro, poco importa. Quel che conta è restare uniti, come un gregge di pecoroni, per avere alla fine tanti vincitori e un unico sconfitto. Vuoi mettere il gusto di poter scrivere su Facebook: “Io sono andato a votare e grazie a me i fascisti hanno perso”? Tutti eroi della democrazia.
Peccato che questa creatura così inquietante che minaccia la République abbia, tra gli altri, il volto di una ragazza che ha appena compiuto 26 anni, che questa ragazza sia bella e competente – mai sottovalutare le potenzialità del demonio – e che il suo partito, il Front National, abbia preso almeno 6 milioni e mezzo di voti in questo secondo turno delle regionali. Tutti cretini, ovviamente, se si legge la stampa francese. Tutti fascisti.
I partiti “repubblicani” – gli stessi che a causa della loro incompetenza e del loro totale menefreghismo nei confronti dei problemi reali hanno creato quel mostro che ora ci chiedono di combattere – hanno trovato un modo infallibile per “vincere” le elezioni senza uno straccio di identità politica, né di programma elettorale e di restare attaccati alle loro preziose poltrone: inventando un mostro, una democrazia perennemente in stato d’assedio, una situazione di emergenza permanente, sono riusciti a portare le persone alle urne e a farsi votare. Eh sì, perché se la stampa non avesse gridato aiuto, se i vari editorialisti e influencer non avessero tirato in ballo la morale e la “passione repubblicana” – cose che non hanno niente a che vedere con la politica – non ci sarebbe andato nessuno alle urne, come al solito, tanto i politici e i loro futili discorsi sono diventati ridicoli agli occhi del popolo. Nessuno tranne gli elettori del FN, gli unici che credono nel partito che votano.
La politica di demonizzazione del Front National da parte degli altri partiti ha dimostrato di poter reggere ancora. Ma durerà ancora a lungo? Mai come dopo queste elezioni regionali la scacchiera politica sembra essersi assestata su uno schema bipartitico. Marine Le Pen lo ha detto e probabilmente ha ragione: “Ora la differenza non è più tra sinistra e destra, ma tra mondialisti e patrioti”. Che si fa? Continuiamo a giocare ai buoni contro i cattivi, a vivacchiare di slogan preconfezionati, o forse è arrivato il momento di cominciare a fare politica?