Ego politicoGiornalismo Creative Commons: La Stampa apre, altri cercano vie diverse

Creative Commons e giornalismo. Come regalo di Natale 2015 La Stampa ha preso una decisione importante: permettere la diffusione di tutti gli articoli sotto licenza Creative Commons, secondo cui va...

Creative Commons e giornalismo. Come regalo di Natale 2015 La Stampa ha preso una decisione importante: permettere la diffusione di tutti gli articoli sotto licenza Creative Commons, secondo cui va indicato l’autore, la fonte e che tipo di licenza sia. Questo vale sia per il cartaceo quanto per il sito del quotidiano di Torino. Che ha visto il passaggio di mano della direzione da Mario Calabresi, che sostituisce Ezio Mauro a Repubblica, all’ormai ex corrispondente estero Maurizio Molinari, la cui vocazione già si avverte su La Stampa, sempre più volta alla politica estera.

Una scelta che legalizza in qualche modo i comportamenti degli utenti web che decidono di condividere pezzi o interi articoli su blog e siti personali. Una scelta già adottata da LifeGate.it, testata web incentrata sulle tematiche ambientali.

La decisione de La Stampa, come sottolinea Radio Città Fujiko, va in controtendenza rispetto alla decisione del Corriere della Sera di adottare il sistema paywall: alcuni articoli visibili solo a pagamento.

By significa che è sempre necessario riconoscere l’attribuzione della fonte; Nc che non si possono utilizzare i contenuti per scopi commerciali, ad esempio per guadagnare attraverso la pubblicità o la vendita; Nd che non è possibile prenderli per realizzare opere derivate


Massimo Russo, vicedirettore de La Stampa

Molti giornali web stanno cercando di rendere monetizzabile la visione gratuita degli articoli ma le entrate non sono ancora in grado di remunerare adeguatamente un lavoro giornalistico di qualità. Quindi normalmente in questi anni sono accadute le seguenti cose:

– farcire i lanci delle agenzie stampa con qualche frase aggiuntiva per “personalizzare” il pezzo;
– riportare alcuni articoli pubblicati precedentemente sul cartaceo;
– aggiungere una colonna di contenuti multimediali “leggeri” e virali per aumentare gli introiti pubblicitari.

Alcuni cercano di spingere le vendite del cartaceo anticipando temi sul sito con un sommario degli articoli o l’introduzione degli stessi, salvo poi poter leggere il resto o acquistando la copia digitale o quella cartacea del quotidiano o della rivista.

A queste regole, l’utilizzo dei testi de «La Stampa» è benvenuto. Un modo per riconoscere che il mondo è cambiato, e che la condivisione è uno dei gesti più semplici e potenti della nostra quotidianità


Massimo Russo, vicedirettore de La Stampa

La Stampa con questa mossa ha sicuramente ottenuto pubblicità gratuita e visibilità, oltre a permettere a chiunque, senza scopo di lucro, di ripubblicare interamente i propri articoli; il Corriere sta cercando di valorizzare la produzione giornalistica di qualità chiedendo agli utenti di pagare i pezzi proposti.

Una strategia non esclude l’altra. È possibile offrire contenuti gratuiti, anche discreti, attraverso la pubblicità, così come proporre alcuni articoli a pagamento perché sono di valore e meritano una remunerazione più alta (anche perché può non essere virale e quindi fare relativamente pochi mi piace su Facebook). Infine si possono pubblicare nei giorni successivi alcuni degli articoli pubblicati sul cartaceo, sempre gratuiti. Volendo alcuni se non tutti i contenuti gratuiti possono essere esposti sotto la licenza Creative Commons.

Anche se con la diffusione dei social può sembrare un valore relativo in realtà può trasformarsi in un valore aggiunto proprio per aumentare la visibilità, sganciandosi dalla “dittatura del marketing” causata da Facebook e soci.

Twitter: ema_rigitano .

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