Ci vorrebbe il silenzio elettorale anche per i parenti fino al terzo grado. Perché chi rischia di perdere le prova proprio tutte. Anche per interposta persona. Ed è così che a meno di 24 ore dalle primarie milanesi, ai blocchi di partenza – oltre ai candidati Sala, Balzani, Majorino e Iannetta – interviene anche un outsider: si chiama Francesco Tundo, marito di Francesca Balzani oltre che inflessibile professore di diritto tributario all’Università di Bologna.
La gaffe nasce da un errore di tempistica: un utente di facebook pubblica un articolo del Corriere della Sera che parla dell’arresto di Antonio Acerbo, ex sub-commissario Expo e responsabile del Padiglione Italia, finito ai domiciliari per un’indagine su corruzione e turbativa d’asta della Procura di Milano. Un articolo interessante, se non fosse che è stato pubblicato il 14 ottobre 2014. Alle ore 9 del mattino.
C’è chi se ne accorge e lo scrive nei commenti, facendo notare che “postare una notizia vecchia di un anno e mezzo come se fosse nuova” lascia un po’ a desiderare. Ma Tundo non vuole mollare la presa: è l’occasione ghiotta per far guadagnare alla moglie, forse, qualche centesimo di punto nei sondaggi. E spiega: “Non cambia molto (se la notizia è vecchia ndA). Un fatto non si cancella né si dimentica”. Anche perché “è una questione di punti di vista e di distanze più o meno apparenti”.
Posizione legittima: ma forse il docente dell’Alma Mater Studiorum di Bologna dovrebbe consultarsi anche con sua moglie. La quale ha sottoscritto in toto, come del resto tutti e quattro i candidati, la Carta dei Valori per le primarie, dove a proposito dell’Esposizione universale si legge: “Il successo di Expo 2015 con la grande partecipazione popolare ai suoi eventi ha
confermato la vocazione internazionale dell’area milanese. L’impegno collettivo che in
esso si è manifestato nel segno dell’efficienza, così come il vasto dibattito anche critico
sulle sue finalità e sulla destinazione futura dell’area, sono un patrimonio pubblico che
dovrà essere valorizzato con spirito partecipativo”.
Di certo non si legge “Il successo di Expo – escluso l’arresto di Antonio Acerbo”. Come del resto non si ricordano frasi dell’assessore al bilancio contro i rialzi dei costi in corso d’opera. Non che dipendesse dalla vicesindaco, ma una parola non costa nulla.
In questa campagna elettorale le polemiche dei rappresentati politici (e consorti) su Expo non sono esistite – esclusa qualche presa di posizione sul bilancio presentato da Sala in commissione che, come ha spiegato Anna Scavuzzo (Pd), “è prematura” perché il bilancio vero e proprio verrà “messo agli atti” solo fra due mesi.
E non sono esistite per una semplice ragione: nessuno poteva permettersele. Avrebbero dovuto parlare prima. A 24 ore dal voto è veramente troppo tardi.