Pare che alle comunali di Milano Comunione e liberazione appoggi Giuseppe Sala. E allora che ti fa l’ex ministro Maurizio Lupi, milanese e pure lui di area Cl? L’endorsement per il candidato di centrodestra Stefano Parisi.
Il Corriere della sera gli chiede: scusi ma lei, che è ciellino, non teme spaccature nel movimento? E lui, per niente sorpreso della domanda e anche un po’ scocciato: “Smettiamo di tirare un movimento ecclesiale da una parte o dall’altra”.
Risposta che dal punto di vista teorico non fa una piega. Una cosa, infatti, è l’“educazione alla fede” (come sostiene Lupi), un’altra sono le opzioni politiche. Date a Cesare quel che eccetera eccetera.
Solo che sorge un’ulteriore osservazione. Di comportamento civico prima che religioso. Al netto delle giacchette tirate, non sarà che è proprio Cl a stare una volta da una parte e una volta dall’altra?
Tanto che viene in mente la scelta – tutta politica – che fece Lord Durrisdeer (Il signore di Ballantrae, Robert Louis Stevenson) quando scoppiò la rivolta giacobita nella metà del 700 in Scozia: un figlio coi ribelli e uno a casa a dimostrare lealtà al re. Chiunque avesse vinto, il casato ne sarebbe uscito senza traumi.
Ecco, più che tirare un movimento ecclesiale di qua o di là, pare che sia lo stesso movimento a indicare gli spazi dove vuole essere tirato. Che sono più o meno tutti, specialmente quando il risultato elettorale è incerto.