Dopo l’intervista di D’Alema al Corriere della sera è psicodramma. O guerra civile, chiamatela come vi pare. C’è poco da fare, quando parla lui tutti lì a pendere dalle labbra, quelli che lanciano la ola e quelli che “D’Alema non ne ha azzeccata una”. Max si mette a capotavola e i commensali lo guardano mentre taglia il pane.
Che poi – intendiamoci – il boccone avvelenato, più che per Renzi (al quale semmai le critiche di D’Alema giovano), è tutto per la minoranza dem. Si riuniscono a Perugia e che ti fa il vero leader? Traccia la linea e poi, certo che ci va alla contro-Leopolda, ma a parlare di politica internazionale, diciamo.
Intanto Bersani e Speranza e Gotor e Pippo e Pluto lì – a Perugia, in una specie di sala da pranzo della cresima – a sentenziare che no, noi rimaniamo nel Pd ché le battaglie si fanno da dentro, epperò giù le mani dall’Ulivo. D’Alema gli assesta un calcio negli stinchi e loro si fanno medicare a bordo campo e poi rientrano continuando a ripetere le stesse cose, solo con una benda in più.
La chiave di lettura sta tutta in una frase di Renzi: per ora con Orfini andiamo d’accordo su tutto. Per-o-ra. Sì, perché sono Orfini e i “giovani turchi” il futuro dell’opposizione interna all’attuale presidente del consiglio. Sono Orfini e i “giovani turchi” quelli che raccoglieranno le spoglie di un’eventuale disfatta di Renzi. Non Bersani, non Gotor, non Pluto. E nemmeno il “giovane” Speranza.
C’è però una terza posizione. Più paracula. Più veltroniana, se vogliamo. E infatti è quella di Veltroni. Indicato come una delle eminenze che – al pari di D’Alema e Bersani – dissentono dalla linea dell’attuale Pd, Walter – da par suo – si smarca, si chiama fuori e manda una puntuta (e ambigua) lettera di precisazioni al Corriere della sera.
“Caro direttore – esordisce – il mio nome è stato associato a quello di dirigenti della sinistra che hanno manifestato, legittimamente, ragioni di dissenso rispetto all’attuale linea del Pd. Vorrei solo semplicemente dire che non è vero. Come si sa, per mie scelte personali, non partecipo da anni al dibattito interno della variopinta articolazione di correnti e posizioni del Pd”.
Ecco qua: non sono contro Renzi e le correnti sono “variopinte” e “non partecipo da anni”. Anche se “ho sostenuto e sostengo l’ispirazione di molte scelte assunte, in questi ultimi anni, dal Pd”. Attenzione alle parole: “ispirazione di molte scelte” non è la stessa cosa di “scelte” e in “questi ultimi anni” ci sta dentro un po’ tutto, l’Ulivo, l’Unione, Letta eccetera. Non solo Renzi.
Insomma, il solito Veltroni, quello che con D’Alema presidente del consiglio lavorò sistematicamente al depotenziamento dell’azione del governo. Lo tenga ben presente D’Alema quando attacca Renzi, che – per inciso – sta facendo quello che lui non riuscì a fare perché allora una parte del partito (“variopinto” anche a quell’epoca) si mise di traverso.
E chieda una cosa semplice semplice a Veltroni: stavolta, di preciso, con chi stai?