Ventidue anni di reclusione, appena uno in meno di quanto aveva chiesto la pubblica accusa: la Russia ci va giù pesante con la ‘top-gun’ ucraina Nadia Savcenko. Ma con la condanna, peraltro scontata, Mosca apre anche la porta a quel possibile ”scambio di prigionieri” con Kiev che ha sempre escluso potesse avvenire prima della fine del processo. Una volta che la giustizia ha fatto il suo corso, ovviamente condotta per mano dal Cremlino, non ci sono però più ostacoli alla ricerca di un accordo. A parte i pessimi rapporti tra Russia e Ucraina, s’intende.
Il primo a insistere per questo compromesso è lo stesso presidente ucraino Petro Poroshenko, che oggi, in un video apparso subito dopo la sentenza, si è apertamente detto pronto a scambiare la pilota ucraina con Ievgheni Ierofeiev e Aleksandr Aleksandrov, due presunti agenti del Gru (i servizi segreti militari russi) catturati lo scorso maggio nel Donbass dalle truppe di Kiev e ora sotto processo in Ucraina addirittura per ”terrorismo”. Prima però – precisa il leader ucraino – deve concludersi il processo a carico dei due soldati russi: un atteggiamento che rivela come per Poroshenko la loro condanna sia di fatto già stata scritta.
Savcenko è stata giudicata colpevole di aver fornito da terra le coordinate per i tiri di mortaio che nel 2014 uccisero due reporter russi nel Donbass: Igor Korneliuk e Anton Voloshin. Lei però respinge con fermezza le accuse che le vengono mosse e afferma di essere stata catturata dai separatisti almeno un’ora prima di quell’attacco. Una versione condivisa anche dal governo di Kiev e dai suoi alleati occidentali, che intravedono motivi politici dietro i guai giudiziari della 34enne. Ma non da Leonid Stepanenko, il giudice monocratico del tribunale russo di Donetsk che oggi non solo ha inflitto alla volontaria del controverso battaglione ‘Aidar’ una dura condanna, ma, oltre al danno la beffa, le ha anche affibbiato una multa di 350 euro per essere entrata in Russia attraversando illegalmente il confine. Spacciandosi per una donna in fuga dal conflitto del sud-est ucraino, secondo i pm. Contro la propria volontà, con un sacco sulla testa e in manette quando era prigioniera dei separatisti filorussi della repubblica di Lugansk, sostiene invece la diretta interessata.
Nonostante la difficile situazione, Nadia Savcenko non ha mai perso la sua combattività e non ha accantonato neanche oggi il suo atteggiamento di sfida. Poco prima che il giudice annunciasse la pena, l’ex pilota di elicotteri si è messa a cantare a squarciagola una canzone popolare ucraina, costringendo il magistrato a interrompere per una buona mezzora la lunga e monotona lettura della sentenza che aveva iniziato già la mattina del giorno prima. Dopo aver saputo di essere stata condannata a 22 anni, Savcenko è tornata alla carica: ”Dovevate darmi 23 anni come hanno chiesto i pm”, ha urlato rivolta al giudice. Poi ha cantato di nuovo, questa volta l’inno nazionale ucraino, accompagnata dai compatrioti presenti in aula: un vero e proprio rito per la militare, che intona alla fine di ogni udienza ‘Non è ancora morta l’Ucraina’. Questa volta però la sua vena patriottica ha scatenato l’ira del pubblico russo presente. Nei tafferugli è rimasto coinvolto anche il portavoce di Poroshenko, Sviatoslav Tsegolko, che aveva tentato senza successo di srotolare una bandiera ucraina in aula.
L’unica speranza per Savcenko è adesso questo ”scambio di prigionieri” ventilato da tempo. Ed è per questo che i suoi avvocati hanno già fatto sapere che non ricorreranno in appello contro la condanna: meglio – dicono – far diventare la sentenza definitiva al più presto e spalancare le porte delle trattative diplomatiche. Il Cremlino da parte sua non si sbilancia: la Russia ”agirà nel pieno rispetto della legge”, ha dichiarato il portavoce di Putin, sottolineando che la decisione su un eventuale scambio ”può essere presa solo dal presidente”. La palla, insomma, è adesso nel campo di Putin.
(Ansa, 22 marzo 2016)