“Tenete alta la testa e la schiena dritta”, lo diceva Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato, ammazzato a Cinisi, provincia di Palermo, il 9 maggio 1978, mentre veniva ritrovato il corpo di Aldo Moro a Roma. La notizia non ebbe la stessa diffusione del caso Moro. Anzi, si cercò di ‘mettere sotto il tappeto’ l’assassinio di Impastato, di coprire le indagini, solo perché Peppino era “nuddu ammiscatu cu nenti”.
Peppino fu ammazzato due volte. Ma dove ha sofferto di più, insieme alla famiglia e agli amici di Radio Aut, è in tutte quelle volte che lo Stato andava rincorso, affaticato nel cercare la verità, che ha prodotto con affanno un processo contro mandanti e sicari, lungo un arco di ventidue anni.
A sedici anni dal film “I Cento passi” di Marco Tullio Giordana, stasera, su Rai Uno, alle 21.20, verrà trasmesso il film dedicato a Felicia. L’Italia si dividerà tra la sua storia e quelle di camorra, su Sky Atlantic, dove andrà in onda la prima puntata della seconda stagione di “Gomorra – La Serie”.
La fiction di Giancarlo Albano, coproduzione “Rai Fiction” e “11 Marzo” di Matteo Levi, ha quindi come protagonista la madre-coraggio di Cinisi, morta nel 2004, due anni dopo la condanna all’ergastolo del responsabile della morte di suo figlio, Gaetano Badalamenti. Ad interpretare mamma Felicia sarà Lunetta Savino.
“Tu hai ucciso mio figlio”: è quanto disse Felicia in faccia al boss siciliano, a vendidue anni dall’omicidio. Una donna non assetata di vendetta, ma di giustizia. Si affidò al magistrato Rocco Chinnici, assassinato dalla mafia nel 1983, che riuscì a rispolverare il caso Impastato.
Peppino oggi è più vivo che mai. A lui sono intitolate e dedicate strade, piazze, manifestazioni. A noi illusi, che sogniamo un’Italia senza mafie, questo non basta. Peppino è un monumento vivo dell’antimafia che dobbiamo difendere in ogni corteo, ogni incontro, ogni azione. Giorno dopo giorno.
Foto: Wikimafia