Marco Pannella era grosso. L’ho incrociato a dicembre su un treno Italo. Avevo bisogno di andare al bagno e, cambiando vagone, appena mi sono girato e ho visto un corpo ingombrante, sulla poltrona di quelle attorno al tavolo. Mi soffermo e incrocio la sua vista, per un attimo. Lui probabilmente avrà capito che l’ho riconosciuto ma mi sono diretto al bagno.
L’ho rivisto a febbraio, in tv stavolta. A Fuorionda (video), ma sembrava più piccolo. Sarà stato perché era accanto a Mario Adinolfi ma lo vedevo più dimesso del solito. Poche settimane dopo si è saputo dell’aggravarsi della sua salute, così abbiamo visto di politici e personaggi noti come Vasco Rossi (vedi video) e Antonello Venditti andarlo a trovare.
Oggi se n’è andato, spero evitando sofferenze gratuite come le battaglie radicali hanno sempre cercato di realizzare per tutti.
Non dimenticare lo spirito e le battaglie che ha fatto mi sembra il minimo. Non dimenticare certi valori, il credere nella libertà, nella democrazia, nei diritti, nelle persone come cittadini.
Si chiamava Giacinto ma per noi bastava Marco, quell’abruzzese indomito che ci ha regalato un’Italia più laica e moderna.
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