Ve le ricordate le interviste delle Iene davanti a Montecitorio, con i nostri politici presi in flagrante delitto di asineria? E le varie gaffe dei Razzi, Gasparri e Salvini di turno? Pane quotidiano, direte voi. Ebbene, non ci sono scuse: facciamo bene a lamentarci della nostra classe politica e abbiamo tutto il diritto di rimpiangere quegli uomini di Stato che non ci sono più e che ci sembrano oro se paragonati a quelli attuali.
Ma attenzione a non esagerare. Spesso, infatti, da buoni esterofili, noi italiani tendiamo a considerarci i peggiori, come se all’estero i politici fossero tutti più seri, più competenti e più vicini agli interessi dei cittadini che sono chiamati a rappresentare.
Faccio un esempio. Negli ultimi giorni, in Francia, c’è un video che sta facendo il giro del web. Il protagonista di questo inquietante siparietto è Jean-François Copé, candidato alle primarie della destra e del centro in vista delle prossime elezioni presidenziali. Durante una trasmissione radiofonica, a Copé è stato chiesto semplicemente quanto costa un pain au chocolat. Un cornetto al cioccolato, per capirci. Il probabile futuro candidato all’Eliseo risponde, nello stupore generale, “10 o 15 centesimi di euro”, allorché il prezzo – non ci vuole uno scienziato – non è mai inferiore a 1 euro e 10 centesimi. Copé si rende conto della gaffe e inizia ad arrampicarsi sugli specchi con un ridicolo blabla sul fatto che nel sud della Francia con quel termine si possono indicare anche dei cioccolatini. Fa addirittura una battuta sul fatto che bisogna fare attenzione alla linea. Ma ormai la frittata è fatta e l’hanno capito tutti.
Possiamo anche fare finta di niente, ma vi assicuro che incidenti del genere sono piuttosto frequenti in Francia. L’anno scorso, durante la campagna elettorale per il Comune di Parigi, al candidato sindaco di destra Nathalie Koshiusko-Morizet, intervistata alla radio, è stato chiesto quanto costa un biglietto della metro. Risposta: “4 euro e qualcosa”. No, per fortuna dei parigini un biglietto costa 1 euro e 70 centesimi. Cioè: un ministro della Repubblica si candida a diventare sindaco di Parigi e non sa quanto costa il biglietto della metro. Come è possibile? Alla fine della corsa – chissà, magari anche a causa di quella gaffe – l’ha spuntata il candidato socialista Anne Hidalgo. Ma siamo sicuri che lei avrebbe saputo rispondere? Difficile metterci la mano sul fuoco.
E che dire dell’ex ministro della Cultura Fleur Pellerin, che, in diretta tv, non è stata in grado di citare neanche un titolo di Patrick Modiano, fresco vincitore del Premio Nobel per la letteratura?
Ma i casi possono essere anche più gravi. Qualche tempo fa, ad esempio, fu il ministro del Lavoro Miriam El Khomri – sì, proprio lei, quella della ignobile legge sul lavoro che ha portato migliaia di persone in piazza per mesi – a ridicolizzarsi in televisione di prima mattina. Le è stato chiesto quante volte è possibile rinnovare un CDD (contratto a tempo determinato) in Francia. Visibilmente in imbarazzo, il ministro socialista ha risposto “3 volte”. La risposta corretta, purtroppo per lei, è 2. Nonostante la gogna mediatica, la signora è ancora lì e ci propina pure un bel “Jobs act” alla francese.
Da noi come in Francia (e magari altrove), i politici, cioè coloro che dovrebbero rappresentare i cittadini e risolvere i problemi della loro vita quotidiana (o quantomeno provare a farlo), sembrano vivere fuori dal mondo, nell’universo parallelo delle élite, fatto di slogan e di discorsi preconfezionati, di autisti e privilegi, con l’unico fine di arruffianarsi gli elettori e raccattare qualche voto in più. E’ bene farsene una ragione una volta per tutte e, magari, capire che è sempre stato così, con l’unica differenza che oggi la politica-spettacolo, la politica-populismo li espone a rischi come quelli che vi ho appena raccontato. Non so, forse era meglio non sapere.
Gli uomini delle istituzioni sono esattamente come i milionari del mondo dello spettacolo. Anche in Francia. Non è che solo Bonolis va sul jet privato. Il conduttore televisivo francese Benjamin Castaldi, ad esempio, è capace di affermare in televisione che il salario minimo in Francia è di 1800 euro netti (mentre è di poco più di 1000 euro) e lo showman Cyril Hanouna afferma con disinvoltura che con 25mila euro al mese è difficile mettere qualcosa da parte.
Insomma, tutto il mondo è paese.