A seguito di alcuni interventi che si stanno succedendo a ritmo incalzante nelle ultime settimane, ritorniamo su un argomento del quale ci siamo occupati anche nel precedente contributo dal titolo Draghi (BCE) e la strenua difesa dell’operato delle banche: “La redditività è così bassa perché le banche sono troppe”, ovvero i dipendenti bancari.
Se un extra-terrestre arrivasse oggi sulla Terra ed assistesse all’incandescente dibattito sulle banche europee (e non), si farebbe stranissime idee sulle cause della crisi del sistema bancario. Assistendo, infatti, a quotidiani interventi da parte degli organi di vigilanza, delle associazioni di banchieri, di alti vertici delle banche e di rappresentanti dei vari governi nazionali, tale malcapitato marziano penserebbe in tutta buona fede (ed erroneamente) che:
1) il problema più importante del malfunzionamento delle banche non sono le regole inefficienti, gli insufficienti controlli sulle banche, la scarsa moralità di molti consigli d’amministrazione, le dissennate politiche del credito di molti istituti bancari, le scelte scellerate in materia di finanza strutturata (in primis derivati, ma non solo), le scarse performances del sistema informatico bancario, etc.;
2) il vero problema delle banche sono i dipendenti ed il loro numero eccessivo.
E’, infatti, notorio che i bancari (attenzione: non i banchieri) di volta in volta hanno (lista non esaustiva):
ŸŸ– voluto affidare ad ogni costo i propri clienti per centinaia di miliardi di euro contro le resistenze degli alti vertici bancari che assistevano impotenti allo scempio perpetrato ai loro danni;
– piazzato a man bassa milioni di contratti derivati ai malcapitati clienti bancari al fine di incassare i succulenti flussi trimestrali derivanti da tali strumenti finanziari, nonostante l’espresso divieto dei vari c.d.a. bancari;
– praticato tassi usurari per mettersi in tasca gli illeciti interessi pagati dai clienti per arrotondare la propria busta paga;
– praticato l’anatocismo a tutti i livelli, emanando loro stessi regolamenti interni che potessero aggirare la rigida normativa statale e di Banca d’Italia;
– fatto ogni sorta di pressione sui vari organi societari bancari per impedire l’applicazione di normative e regolamenti che di volta in volta non ritenessero adeguati al fine di meglio approfittarsi dei clienti delle banche.
Se qualcuno avesse scordato in questi duri frangenti cosa sia un ragionamento per assurdo, è d’uopo specificare chiaramente, al fine di evitare ogni possibile equivoco, quanto segue:
la lista di cui sopra era il frutto di pura e semplice (ed amara) ironia!
Ironici, invece, non erano i tanti personaggi che, solo per limitarci alla scorsa settimana, si sono più volte succeduti a formulare serissime considerazioni in tale materia.
Sentiamo, infatti, cosa ha detto, fra le altre cose, nel suo intervento pubblico il Direttore Generale della Banca d’Italia e Presidente dell’IVASS Salvatore Rossi alla XLVIII Giornata del Credito in Roma (4 ottobre):
“Occorre accelerare la razionalizzazione delle strutture organizzative centrali e della rete delle dipendenze sul territorio, in modo da riassorbire l’eccesso di capacità produttiva che si è determinato in questi lunghi anni di crisi. In non pochi casi saranno inevitabili interventi sul personale: si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali esistenti, ovvero il pensionamento anticipato finanziato dal fondo di solidarietà di settore, per il quale è stata recentemente ampliata la possibilità di utilizzo; ma, se necessario, occorreranno interventi ad hoc.“
Gli fa eco dopo pochi giorni dalle pagine del Corriere della Sera il 7 ottobre in un intervento dal titolo Le misure che servono per rafforzare le banche Lorenzo Bini Smaghi, che – lo ricordiamo per chi non lo sapesse – è Presidente di Societe Generale, nonché Presidente di Chianti Banca, essendo fra le altre cose stato (dal giugno 2005 a dicembre 2011) membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea:
“A livello nazionale, si devono adottare misure che consentano di accelerare la ristrutturazione del sistema bancario, per favorirne l’efficienza, anche attraverso la riduzione dei costi. È inutile nasconderselo; nei prossimi anni il numero degli addetti nel settore bancario si ridurrà fortemente, anche per effetto dell’innovazione tecnologica e del cambiamento delle procedure e delle stesse abitudini dei risparmiatori. Vanno messi in atto strumenti che agevolino questa evoluzione e ne assorbano i costi sociali.“
Se autorevoli interventi si susseguono giorno dopo giorno a ritmo forsennato, quasi come ci fosse la necessità di convincere la platea che questa sia la “soluzione delle soluzioni“, ci permettiamo di dissentire e di non pensarla affatto come questi eminenti “autorità”, che – lo ricordiamo! – sono esse stesse state parte attiva nella creazione dei problemi attuali del mondo bancario.
Secondo tali menti “illuminate” e progressiste, infatti, il futuro del bancario è il bancario del futuro, cioè la tecnologia, la banca virtuale, la spersonalizzazione dell’ultimo baluardo della fiducia nel sistema bancario, ovvero il contatto reale e fisico con la banca, cioè, in definitiva, il buonsenso.
Ed allora viene spontaneo pensare che l’intento di tali eminenti personaggi sia forse un altro:
non sarà che per preservare la propria posizione di potere e mantenere inalterati i propri privilegi le autorità bancarie (a tutti i livelli) abbiano individuato l’unico centro di costo comprimibile (cioè il personale bancario), affibbiandogli per giunta – suo malgrado – l’ingrato compito di capro espiatorio per la salvezza di tutto il sistema bancario?
Concludendo questo breve contributo, proviamo a far sorridere il lettore, anche in tempi così difficili, traducendo metaforicamente (in senso, cioè, biblico) il pensiero di tali autorità (alias “divinità”) bancarie: “Oh bancari, siete troppi e siete una importante causa degli scarsi utili delle vostre banche. In più con i vostri comportamenti illegittimi (anatocismo, usura, derivati, prestiti facili, etc.) avete screditato le stesse innocenti banche, che vi avevano curato ed allevato come figli, credendo ciecamente in voi. Via, dunque, o reietti, dall’Eden Bancario, per vivere con il sudore della vostra fronte nella Valle di Lacrime dei non eletti!“