Viva la FifaSan Marino e le ragioni di Müller

Dice Thomas Mueller che giocare contro San Marino è inutile, perchè qudsta nazionale "non ha nulla a che fare con il calcio professionistico" Apriti cielo. Dice anche altre cose, però. Ad esempio, ...

Dice Thomas Mueller che giocare contro San Marino è inutile, perchè qudsta nazionale “non ha nulla a che fare con il calcio professionistico” Apriti cielo. Dice anche altre cose, però. Ad esempio, che “il carico di lavoro è enorme, lo diciamo da anni”. E che bisogna giocare queste partite anche se non sono il clou di una carriera, visto che “i piagnistei non aiutano”. Nessun accenno invece a baffi neri e mandolini: nella risposta data su Facebook (e diventata subito virale) da Alan Gasperoni – che non è addetto stampa della Nazionale, ma del Comitato Olimpico di San Marino, oltre che presidente del club locale del La Fiorita – poteva magari evitare accenni a calzini e sandali (è una mia opinione).

Ma Gasperoni, sebbene abbia risposto di “pancia”, dice allo stesso tempo alcune cose interessanti. Soprattutto quelle relative ai soldi incassati dalle federazioni che partecipano alle qualificazioni: grazie a questi, San Marino si doterà di un campo di calcio, che servirà a far crescere il movimento nella piccola repubblica. Così come è fuori discussione che la vetrina delle qualificazioni serva a ragazzi, molto spesso dilettanti, per provare l’ebbrezza di giocare contro nazionali molto più quotate e vivere un bel sogno, per una sera. Come quello vissuto da Davide Gualtieri, che nel 1993 segnò all’Inghilterra dopo soli 8 secondi.

Poi però gli inglesi vinsero per 1-7. Già, perché per questi ragazzi di un sogno si tratta. Le storie di calcio delle piccole squadre o nazionali esaltano il pubblico, ma la realtà racconta anche un altro lato. Mueller non sarà un genio, ma non ha detto una cosa così stupida come si crede. Perchè il sovraccarico dei calendari è sotto gli occhi di tutti e i calciatori, benché strapagati, sono lavoratori esposti a rischi fisici enormi. E il ragionamento di Mueller è chiaro: perchè devo rischiare contro una nazionale piccola e che non si qualifica mai? Non sarà il massimo della sportività, perché si considera il pallone come un gioco non elitario, dove tutti hanno le stesse possibilità. Ma non è così. Esistono degli sbarramenti legati al ranking, soprattutto: già il fatto che le squadre, ai sorteggi sia di Champions che di Europei e Mondiali vengano divise per fasce è sinomino di vantaggio per quelle di categoria più alta. Lo stesso discorso viene applicato per la definizione dei gironi di qualificazioni a questi grandi tornei: la Germania è testa di serie, San Marino no.

E a poco servono i complicati algoritmi che creano e aggiornano il ranking di volta in volta. Da quando la Nazionale di San Marino esiste poiché riconosciuta da Fifa e Uefa, cioè dalla fine degli anni Ottanta, non ha mai ottenuto una partecipazione a Mondiali o Europei. Nulla di strano, se si considera che parliamo di un movimento calcistico ridotto, ma non per questo senza una sua dignità. Anzi: è giusto che San Marino se la giochi, ma alle giuste condizioni. E qui arriviamo al punto. Per fare sì che San Marino diventi una nazionale più competitiva e regali qualcosa di più che un sogno a chi vi gioca e a chi la segue, si potrebbe creare una specie di torneo di pre-qualificazione tra le squadre di ranking più basso: chi vince, va alle qualificazioni. Giocare contro nazionali di pari livello come Lussemburgo, Liechtenstein, Gibilterra o Andorra servirebbe ai ragazzi di San Marino per farsi meglio la gamba e la testa: un accesso alle qualificazioni conquistato sul campo darebbe loro ancora più consapevolezza del proprio valore.

Ci sarebbe però il problema dei soldi: un torneo di prequalificazione con queste nazionali potrebbe avere meno appeal, dunque meno introiti da sponsor e diritti tv. Ma avrebbe comunque più senso di quella Nations League che la Uefa si appresta a varare dal 2018 e che sembra più un carrozzone per sponsor che altro. Anzi, con un torneo di prequalificazione si potrebbe pensare a un sistema di premi sottoforma di bonus in denaro per chi si qualifica: un incentivo in più, per vincere e creare un sistema vincente. La storia recente insegna che i soldi, gestiti nel modo giusto, possono portare a grandi exploit: se ce l’ha fatta l’Islanda, può farcela anche la fiera Repubblica di San Marino, pur con tutte le differenze del caso. Perché non c’è modo migliore che rispondere sul campo, a chi ti considera piccolo.