Al voto subito? Lasciateci in pace!

Insomma, vorreste andare al voto subito. Chi per cercare di capitalizzare l’esito di un referendum che in realtà ha mille significati, chi per voglia di rivincita, provando magari a reinventarsi c...

Insomma, vorreste andare al voto subito.

Chi per cercare di capitalizzare l’esito di un referendum che in realtà ha mille significati, chi per voglia di rivincita, provando magari a reinventarsi con cose che nascono già vecchie come i blog (andiamo Renzi, di Sacro blog ce ne può essere solo uno).

Sempre e comunque per vostro calcolo personale. Dannati.

Volete sapere, invece, che cosa pensiamo veramente?

Che ci avete sonoramente rotto le palle.

Siamo stanchi di veder le prime pagine dei giornali dedicate alle vostre dichiarazioni vuote. Stufi di vedere le prime serate televisive invase dalla vostra spocchia qualunquista.

Una cosa dovete capire: siete invadenti e fastidiosi, siete assillanti.

Siete bravi, questo sì, a cercare alibi, a sviare l’attenzione ed a raccontar frottole.

L’Europa, la sovranità perduta, la globalizzazione, l’euro, la crisi economica. Tanto la colpa non è mai vostra. L’Italia è il paese europeo che negli ultimi anni ha perso maggior terreno di tutti, eppur la colpa è sempre degli altri.

Almeno lasciateci in pace.

A noi non piace la politica che fa scalpore, quella che indossa giubbotti di pelle, che va in televisione la domenica pomeriggio, quella che grida e insulta. Tutte queste cose le troviamo altrove fatte meglio, se vogliamo.

A noi piace la politica sommessa, la politica grigia. A noi piace Gentiloni.

Il nostro modello è il Belgio, che è cresciuto stando senza un governo per ben due anni.

Avete presente Thomas Jefferson quando diceva che la politica del Governo americano consiste nel lasciare i propri cittadini liberi, senza frenarli o agevolarli nelle loro occupazioni? No, capisco, non potete averlo presente.

E Patrick Henry quando diceva che la Costituzione non è uno strumento a disposizione del Governo per soggiogare la propria gente, bensì uno strumento a disposizione del Popolo per frenare il proprio Governo? “Affinché non domini le nostre vite”, concludeva Henry. No, vero, non potete averlo presente.

The less you do, the best you do, amici cari. Meno fate e meglio è. And the more we like.

Siamo stufi che facciate finta di volervi occupare di noi quando invece ci vessate in continuazione. Per non parlare di quelli che ci prendono per il culo non andando in Parlamento e vantandosene pure.

Non occupatevi di noi per favore e non chiedeteci altri soldi, perché già ne avete a palate. Lasciateci in pace perché dobbiamo lavorare. E chi un lavoro non ce l’ha deve sgobbare per trovarselo.

E lasciateci stare pure con questa storia di nuove elezioni, perché non ne possiamo più di manifesti, comizi e campagne elettorali. Basta davvero. Siamo già in campagna elettorale ogni giorno.

Dateci una dannata tregua e ritroveremo anche un po’ di pace sociale fra di noi. Perché quando i governanti sono discreti, anche il popolo tende a farsi più virtuoso. Quando, invece, sono invadenti, il popolo stesso si fa infido. Lo disse l’autore della dottrina Tao cinquecento anni prima di Cristo: Lao Tzu.

Una cosa, invece, vi chiediamo.

Abbiate il coraggio di inserire subito in Costituzione il divieto di modificare le leggi elettorali in prossimità di nuove elezioni. Non è una cosa degna di un Paese dotato di un grado minimo, davvero minimo di civiltà, rivedere la legge elettorale in vista delle future consultazioni elettorali.

Avete introdotto il Porcellum pochi mesi prima delle elezioni del 2006 cavalcando i sondaggi del tempo, eliminando una legge (il Mattarellum) che andava benissimo.

Vi siete poi inventati l’Italicum in vista del nuovo voto e siete riusciti a scrivere un’altra legge incostituzionale. Per non parlare della sconsideratezza istituzionale di lasciare il Senato senza una legge analoga.

Fate questa cosa, pertanto. Scrivete in Costituzione che non è possibile modificare le leggi elettorali in prossimità del voto. E’ una questione di dignità.

Si chiama stabilità del diritto elettorale ed è garanzia di libertà contro le manipolazioni partitiche.

Se non volete farlo per noi, fatelo perché ve lo impone l’art. 3 del Protocollo n. 1 annesso alla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali come interpretato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta di Venezia del Consiglio d’Europa.

Ricorderete che nel caso Ekoglasnost c. Bulgaria (procedimento n. 30386/05, decisione del 6.11.2012), la Corte condannò la Bulgaria per aver introdotto delle modifiche alla legge elettorale a pochi mesi dal voto del giugno 2005.

No, capisco, non potevate sapere nemmeno questo.

Lo sapete adesso, va bene?

Piero Cecchinato

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