Di solito in politica funziona più o meno così: un giorno sei forte, appoggiato dalla maggioranza di Governo e del Paese e quindi pure della stampa, poi cadi in disgrazia e in un secondo quegli stessi alleati cominciano a tenerti lontano. E i giornali che prima di sostenevano da un giorno all’altro cominciano a fare uscire sempre più spifferi, fino a quando questi non diventano venti fortissimi che possono pure spazzarti via.
Di solito nel calcio funziona allo stesso modo. Un giorno sei lì lì che stai per fare il triplete, poi perdi la finale di Champions e rischi di perdere anche i pezzi. E quei giornali che prima sostenevano la tua causa, poi cominciano a riportare storie, pettegolezzi, fatti. Cosa sta succedendo alla Juve? Da qualche giorno molte cose si dicono e si scrivono sulla Vecchia Signora. A cominciare da quel che sarebbe successo negli spogliatoi tra primo e secondo tempo a Cardiff. Prima c’è Repubblica che dice che Bonucci avrebbe chiesto ad Allegri di sostituire Barzagli, il quale a sua volta non l’avrebbe presa benissimo. Poi c’è La Stampa, che il giorno dopo – siamo al 20 giugno – rincara la dose, sostenendo che Bonucci avrebbe inoltre rifilato uno scappellotto a Dybala, reo secondo il difensore di aver smesso di giocare dopo il giallo ricevuto in campo. Qualche giorno prima c’è stata Repubblica – ma non La Stampa – che ha commentato la notizia che il dottor Agricola, già responsabile sanitario della Juve fino al 2009 e protagonista del cosiddetto “processo doping” chiuso nel 2007 con la prescrizione, sarebbe in procinto di andare a dirigere J Medical, la struttura sanitaria non strettamente legata dal punto aziendale ai bianconeri ma dove i giocatori juventini vanno per analisi e visite. Per non parlare del mercato, che rischia di registrare alcune uscite eccellenti: c’è Bonucci (che quest’anno ha già avuto da dire pure con Allegri) spesso corteggiato dalla Premier League, c’è Dani Alves che sta raggiungendo Guardiola al City dopo aver perso lo status di idolo totale dei social, almeno per i bianconeri: passare dal cantare Despacito al postare le foto degli scarpini con la data della vittoria della Champions a Berlino (contro la Juve…) è stato un attimo. Così come in un attimo avrebbe cambiato idea Max Allegri, che per sua stessa ammissione aveva dapprima pensato a lasciare Torino dopo il fischio finale di Cardiff: probabile gli abbiano promesso la cessione di Bonucci.
Finita qui? Macchè. Perché a rincarare la dose c’è la probabile indagine Fifa sul club per il caso Raiola, che si è intascato fior di quattrini grazie alla vendita di Pogba al Manchester United e il Governo Mondiale del calcio, dopo aver traccheggiato per mesi sulle Tpo ed aver varato la deregulation sui procuratori che ora sono più liberi di alzare i prezzi delle commissioni, ora vuole vederci chiaro. E con lo stesso Marotta che proprio qualche giorno prima dell’indiscrezione di Espn ha spiegato che è necessario calmierare i costi degli agenti, prendendo così le distanze da Raiola (e magari pure da Agnelli).
Tutte le notizie degli ultimi giorni arrivano dopo un altro caso spinoso (e ancora aperto) che riguarda i bianconeri, ovvero la possibile inibizione di Andrea Agnelli a seguito delle indagini dell’Antimafia sul caso delle possibili conessioni tra Ndrangheta, club e certa parte del tifo organizzato. Agnelli è il presidente della Juventus ma già da mesi le malelingue – o ben infornati, come volete – parlano di una suo abbandono non volontario della carica. A volerlo sarebbe il cugino John Elkann, non solo per la questione Antimafia (che farebbe rischiare fino a un anno di inibizione) ma anche per il caso societario-familiare che ha colpito il club lo scorso anno, quando il numero uno del commerciale bianconero Calvo è andato a ricoprire la medesima nomina al Barcellona, dopo la liason tra la moglie e lo stesso Agnelli. Dunque potrebbe riproporsi la rivalità tutta interna tra gli eredi di Gianni e quelli di Umberto (Andrea è figlio di quest’ultimo, John è figlio di Margherita, dunque nipote dell’Avvocato), già vista nell’alternanza di cariche in società ascrivibili all’uno o all’altro lato della famiglia. Se Andrea è il presidente, John è l’amministratore delegato di Exor, società di investimento che fa capo alla stessa Juve. Ma è anche a capo di Editrice Italiana, editore della Stampa e che si è unito con il Gruppo L’Espresso, editore di Repubblica. Ovvero i due giornali che negli ultimi giorni hanno tirato fuori le storie su quanto successo nell’intrevallo di Cardiff: è allora, è probabile che si stia preparando il terreno a una importante rivoluzione nel club campione d’Italia in carica: toccherà solo a Bonucci lasciare la Juve?