Lost in BusinessLinkedIn si apre al mondo ed è un’opportunità incredibile. (O un grande rischio)

È stata la settimana di LinkedIn. Si è preso la scena, anche grazie ad un post di Zaccardo che ha scelto la piattaforma per mettersi in vendita. È stata la settimana dei grandi cambiamenti (arrivan...

È stata la settimana di LinkedIn. Si è preso la scena, anche grazie ad un post di Zaccardo che ha scelto la piattaforma per mettersi in vendita. È stata la settimana dei grandi cambiamenti (arrivano i video nativi) ma di quello più importante non ne parla nessuno. LinkedIn da oggi si apre al mondo, in parte, dico in parte, è una grande notizia.

LinkedIn corre veloce. Sta iniziando la rivoluzione silenziosa di Microsoft ed anche se molto di ciò che viene fatto è riparare ai suoi stessi errori (i bug del nuovo design), ci sono grandi prospettive all’orizzonte.
Microsoft ha raggiunto uno dei traguardi che si era fissata con LinkedIn, lanciando un’app dedicata per Windows 10 (anche se pare si sia dimenticata il Mobile). Le notifiche arriveranno direttamente sul desktop e sarà più facile, dicono, gestire contatti e conversazioni. Sono state finalmente ripristinate due funzioni alle quali gli utenti erano abituati e davvero utili:

• È nuovamente possibile sapere chi ha condiviso un tuo post o articolo

• È tornato l’amato pop up che permette di sapere qualcosa di una persona, passandoci sopra il mouse

Qualche settimana fa era stata introdotta la possibilità di commentare allegando un’immagine. Da pochi giorni invece possiamo sapere quante e quali persone ci hanno cercato (che è diverso da chi ci sbatte sopra e viene a vedere il profilo). Puoi provare da qui.

La novità più attesa è invece l’introduzione dei video nativi, sulla scia di facebook, funzione testata in passato solo per gli influencers ed invece oggi a disposizione di tutti gli utenti. Quasi tutti, in Italia ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che venga estesa in modo capillare.

Il segnale è chiaro. Da una parte si vuole recuperare un’evidente gap tecnologico, di usabilità, rispetto ai social più diffusi, diciamo rispetto al mondo Zucherberg. D’altra parte si vuole ancora di più chiudere il cerchio: far rimanere gli utenti sempre più coinvolti nella piattaforma e sempre più “chiusi” nella piattaforma.
In sordina invece è passata un’altra grande novità, la più importante, che riguarda l’indicizzazione “totale” di tutto ciò che avviene nella piattaforma.

Attenzione alle opportunità ed ai rischi

È “una rivoluzione” che lascerà il segno. Sino ad oggi gli abitanti di LinkedIn hanno vissuto in un mondo chiuso, al riparo (non che piacesse o dispiacesse a tutti) dall’esterno. Sino ad oggi solo coloro che erano iscritti alla piattaforma potevano decidere di condividere con i propri collegamenti o osare e rendere visibili le proprie idee a chiunque fosse su LinkedIn. Da Luglio cambia tutto: quando diciamo “pubblico” stiamo dicendo “con il mondo” e questo non può non avere un enorme significato. O almeno dovrebbe.

Per capire di cosa stiamo parlando pensiamo a Twitter e chiediamoci perché certi post finiscano continuamente nel “mondo vecchio e reale”. Pensiamo al fatto che anche se cancellati rimbalzano per giorni ed anni in trasmissioni tv e perché sia così facile che succeda. Il motivo è semplice: è un social 100% aperto. Non c’è bisogno di essere “amici” o “collegati”; ogni contenuto è lì, a disposizione di tutti.

Per qualche strano scherzo del destino (o preveggenza) ne aveva parlato Osvaldo Danzi su Senza Filtro, proprio qualche giorno prima che avvenisse il “cambiamento”. Nonostante in quei giorni sembrasse tutto privato, era già chiaro che ormai, a prescindere dal social, fossimo tutti in vetrina.

“Nel momento in cui creiamo un contenuto, ne siamo responsabili. E non è più questione di privacy.” (…)
“Ciò che è personale diventa di tutti perché siamo noi stessi a liberare i contenuti, anche i più personali, e a renderli disponibili. Cercare di riappropriarsene quando ormai sono circolati liberamente, sono stati condivisi, hanno rotto gli argini e invaso strade e palazzi invocando privacy e avvocati non fa che rendere ancora meno idonee quelle persone allo strumento.”

Noi, loro e Zaccardo

Credo sia significativo che il personaggio del momento, parlando di LinkedIn, sia proprio Zaccardo. Il suo post è diventato più che virale, ed al netto del troll fisiologico in questi casi, ha avuto una copertura mediatica non indifferente; ne hanno parlato i giornali e le emittenti di mezzo mondo. Dice anche di aver ricevuto migliaia di richieste in un solo giorno. Sarà vero? Non lo so, se è così ben per lui.

Il punto però è un altro. Viviamo nel momento migliore della storia per farci notare ma è anche il più pericoloso.
Insomma “fare goal non è mai stato così facile” ma occhio a non farlo nella porta sbagliata.
Zaccardo docet 🙂

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