Di ieri è la notizia che i Giochi Olimpici del 2024 e 2028 andranno rispettivamente a Parigi e Los Angeles. Al posto della capitale francese sarebbe potuta esserci Roma, che si era ufficialmente candiata per la rassegna a cinque cerchi, salvo poi doversi ritirare a seguito della scelta della Giunta guidata da Virginia Raggi. Che in nome di concetti come legalità e trasparenza che hanno poi vacillato nel corso dei mesi successivi, ha preso una decisione a nostro avviso giusta. Perché è vero che una manifestazione sportiva può fare da volano per l’economia di un Paese, ma dipende sempre in che contesto si opera e verso quale tipo di economia si vuol far leva per una sua crescita. Ne abbiamo scritto qui ad esempio per la Ryder Cup di golf, che in Italia potrebbere dare una certa accellerata al turismo per ricchi, mercato al quale il nostro Paese sembra ingiustamente poco interessato.
Il problema si pone nel momento in cui si deve ragionare ancora più in grande, tra infrastrutture di complessa e onerosa realizzazione e volani per l’economia sbandierati, ma volendo troppo generici e scollati dalla realtà: che se ne farebbe Roma di un turismo legato a un mese circa di sport, quando c’è da recuperare quello tradizionale, in cui i giapponesi in centro ormai fotografano colonne antiche e gabbiani che rovistano nella spazzatura allo stesso modo? Per non parlare poi dell’eredità economica che una edizione dei Giochi lascia da scontare alla città che li ha organizzati: se escludiamo Los Angeles 1984, spesso e volentieri le sedi si ritrovano con miliardi di dollari di debiti da affrontare: si va dai 6 miliardi di Barcellona (che ha rilanciato un turismo che però prima di fatto era asfittico), ai 10 di Atene 2004: se andate dalle parti del Partenone a dire che i Giochi rilanciano l’economia, rischiate di venire inseguiti fino a Patrasso.
Ma tutto questo Renzi non lo sa, o finge di non saperlo. E fa dello sport, ancora una volta, occasione di discussione politica sottoforma di propaganda. Come quando nel suo libro uscito poco tempo fa scrive che Napoli avrebbe potuto diventare sede dei Giochi Olimpici 2028, salvo dimenticare che al momento della stampa il Cio aveva già accetato le candidature presentate.
Scrive quindi Renzi su Facebook:
https://www.facebook.com/matteorenziufficiale/posts/10155134991374915?comment_id=501852963491502
Insomma, dovremmo sentirci in colpa per aver rinunciato a Roma 2024: un errore grave che ricadrà su un’intera generazione. Forse però l’errore è quello di credere che Roma avrebbe avuto la forza di poter reggere un fiume di soldi del genere, che sarebbero serviti prima di tutto per le opere. E ben sappiamo, con gli esempi delle vele di Calatrava o della stazione di Vigna Clara, quanto i cantieri sportivi subiscano ritardi e impennate dei costi, con tutto il relativo carrozzone di sospetti più o meno fondati di gonfiaggi ad hoc. Renzi cerca di focalizzare il punto sulle periferie, ma va detto che lo stanziamento è complessivo per entrambe le città, per totali 2,2 miliardi di dollari, serve a Parigi e Los Angeles per investire su tutto il territorio, quindi ovviamente anche nella cintura urbana e fuori: sarebbe difficile credere che si possano costruire palazzetti ad hoc per scherma o piscina incastrandoli negli Champs-élysées.
Certo, in politica tutto fa brodo per portare avanti una causa, ma occhio smpre a quel che si dice e come lo si dice, che a distrarsi è un attimo: senza voler dare una connotazione “grillina” o “piddina” a questo post, sarebbe bastato un niente a farci credere che era possibile avverare il sogno di Roma 2024, così come è stato per quell’Expo 2015 preso a esempio dall’ex premier quando forse non era proprio il caso. E così, ci saremmo trovati con un altro bel debito sulle spalle, da portarci dietro per anni: basti pensare che nel bilancio di previsione 2014 di Palazzo Chigi risultavano ancora 61,2 milioni di euro da pagare relativi ai Mondiali di calcio del 1990. E questo sì che sarebbe stato un errore da giusticare davanti ad un’intera generazione.