Chieditelo cosa e chi odi, e perché.
Se siano più le code del mattino per andare al lavoro o il lavoro stesso. Chieditelo cosa sia la molla che ti rende tutto insopportabile, difficile, incompleto. Cosa ti rende insofferente, cosa ti rende sospettoso, dubbioso, iroso. Cosa manca alle giornate, è qualcosa che vedi negli altri, qualcosa che vorresti avere e non hai, attenzioni, carezze, regali, bonus aziendali? Cosa ti manca e cosa non hai, cosa pretendi.
Chiediti cosa odi in quello che hai davanti, nella persona che ti prende il posto in una qualsiasi coda, fila, lista di attesa. Cosa ti turba nei giovani e negli anziani, cosa ti rende ancor più rancoroso.
Pensa, a cosa ti rende difficile accettare le idee degli altri, le posizioni, le ideologie, quali sono le questioni irrisolte prima di tutto dentro a te e che si irradiano, come reti complesse di paure e fremiti, su ogni cosa che senti dire, da altri, da persone che non sono come te, che non la pensano come te, che hanno un modo di comportarsi, addirittura valori, diversi dai tuoi. Chiedi cosa ti rende insofferente, a volte leggermente intollerante. Cosa ti fa arrossire, inquietare, arrabbiare. Cosa ti rende pronto ad usare armi, bastoni, le mani, contro qualcuno. Quale diritto dovrebbe essere colpito, nel contesto di ogni diritto ad essere, vivere, di ogni persona?
Chiedi cosa ti permette di arrogarti il diritto ad esser contro. Sono le giornate di caos e di pensieri unici e totalizzanti? Sono le mezze verita’ presentate come assiomi perfetti, appena prima di esser confutati dalla prossima teoria bislacca che ti troverai a seguire? Sono i dati o e’ la prepotenza con cui vengono usati, a convincerti? Su quali basi appoggi le tue convinzioni di esser sempre nel giusto, a parte il dettaglio che, forse, ti e’ sempre andata parecchio piu’ di culo rispetto a milioni di altri esseri umani come te?
E, se le cose non sono andate come dovevano, cosa ti arroga il diritto di esser contro, contro gli altri, la loro vita, il loro futuro, le loro idee?
Definisciti, lascia che quello a cui sei contrario ti limiti e ti categorizzi. Diventerai, alla fine, quello che sei, odio e incapacità di capire gli altri. O, forse, il futuro. Quello che sei diventerà quello che non capisci e perderai la flessibilità ad adattarti, ogni cosa si tramuterà in un fardello od un motivo ulteriore per serbar rancore. Perderai la fiducia negli altri, che siano le persone che ami, o che un tempo amavi, fino a ogni persona che esercita un controllo o qualche forma di potere, anche di persuasione, nei tuoi confronti.
Lascia che sia il dubbio, che sia il dubbio del tradimento a definirti. E lascia che l’amore o l’affetto non siano più forme libere ed universali di espressione di quello che conta ma solo un altro fottuto obbligo od una maniera per controllare gli altri.
Oppure, lascia che l’ennesima sveglia in un mattino ancora tiepido di agosto o, nei mesi a venire, il risveglio al freddo invernale, siano occasioni per chiederti per cosa fai quello che fai. Che sia quello che ti rende migliore, quello che sei ‘per’, a favore, a strutturare le giornate. Immagina i processi che ti portano dal letto al mezzo di trasporto, fino al lavoro. E scopri la fluidità di quello che accade, la finitezza, la purezza della direzione univoca a cui tutti siamo destinati. Non esiste circolarità, non esistono ritorni a qualche forma di ordine primigenio, primordiale. Ci si muove, si cambia, si evolve. Evolvono costumi, orientamenti e, sorpresa, la moralità di chi accetta e di chi comprende gli altri vince, in qualche maniera, sempre, su quella di chi vede solo barriere. Chi vede e intravede miriadi di futuri e di opportunità comanda già il presente.
Quindi, chieditelo, di cosa sei a favore, cosa ti rende migliore, più attento, cosa ti entusiasma, cosa ti rende vivo, di fronte al cammino da qui ad un silenzio eterno. La morte, o ti rende coraggioso, o ti rende pauroso. Spesso vile. Chieditelo, mentre ti scapicolli per un centro cittadino, o per autostrade vuote di fine estate. A quale appuntamento stai davvero arrivando in ritardo? A quale incrocio di una tua storia personale e questa storia collettiva di cui tutti partecipiamo stai per mancare?
Chiediti, imponiti, che gli altri, le persone, gli eventi, le circostanze siano da oggi, da ieri, magari, anche, opportunità e non più limiti. L’amore, la passione, quello che vuoi da te, dalle tue risorse di energia, che valga la pena, che sia qualcosa in cui tutto sia possibile, e non qualcosa che ti costringe, a ruoli, a forme di controllo, di osservazione da parte degli altri. In pochi anni, tutto questo sistema di valori che condividiamo cambierà ancora, in maniera inesorabile. E quello che dovrà contare sarà la politica di quello di cui sei a favore, quello che costruisce, che rende dignità e speranza. Quello che è per qualcosa. Solo questa piccola rivoluzione, una forma di poliamore sociale e antropologico, cambierà in meglio il mondo. Non saranno le paure, i profeti di sventura, ma quel senso di dignità ultima che tutti racchiudiamo, nel nocciolo dorato che, forse, possiamo chiamare anima. O, la politica del ‘per’. Un luogo ideale dove anche i coccodrilli potranno essere accarezzati (cit. The One and the Damned).
Soundtrack: Oneothrix Point Never – The Pure and the Damned (feat. Iggy Pop)