Viva la FifaChiamiamo Spagna-Italia per quello che è: una pessima figura

Al risveglio dopo le tre pere del Bernabeu prese dalla nostra Nazionale contro la Spagna, possiamo renderci le cose più facili dicendo che in fondo loro sono più forti, che Asensio è un giovane paz...

Al risveglio dopo le tre pere del Bernabeu prese dalla nostra Nazionale contro la Spagna, possiamo renderci le cose più facili dicendo che in fondo loro sono più forti, che Asensio è un giovane pazzesco, che loro hanno Isco e noi no, che tanto in fondo lo sapevamo già dai sorteggi che saremmo dovuti passare dai playoff.

Ma sarebbe appunto facile, troppo facile pensarla così. Limitarci ad ammettere la forza dell’avversario non ci rende la pillola meno amara. O non ci aiuta affatto ad inquadrare il problema. Perché la Spagna di ieri sera non è stata più forte. Non ne ha avuto nemmeno bisogno, di esserlo. Sarebbe stato lecito aspettarsi una nazionale avversaria in preda a passaggi da videogioco, intensità, furia nella nostra trequarti. Dev’essere per questo che ci siamo emozionati al limite del pianto, quando Isco ha fatto sparire e riapparire il pallone tra le gambe di Verratti: era quello che ci aspettavamo.

Ma il numero dell’asso iberico è stato un lampo in una gara nella quale gli spagnoli di fatto si sono limitati a stare ordinati in campo, passeggiando in quella landa desolata che il nostro ct Ventura ha approntato per gli avversari. Prego ragazzi, servitevi pure. Anche uno come Prandelli, che in Nazionale proprio dalla sonora sconfitta di Kiev contro di loro in poi sbragherà totalmente, aveva intuito che contro la Spagna può rivelarsi meno suicida del solito infoltire il centrocampo, per ingabbiare il loro gioco. E all’esordio di Euro 2012 si presentò a Italia-Spagna con 5 centrocampisti, ottenendo una più che degna figura.

La figura di ieri sera, invece, è stata pessima. Il 3-0 è dipeso da noi, non da loro. Siamo stati noi a scendere in campo con il 4-2-4, abbandonando Verratti ad una partita da Gattuso quando non è certo quello il suo compito, o lasciando il gioco ad Insigne decentrato senza che questo ricevesse palloni decenti. Fa dunque sorridere che lo stesso Ventura a un certo punto si sia arrabbiato per i troppi lanci lunghi, quando è stata la sua stessa idea tattica a costringerci a farli. E a poco oggi serve piangere sulla scelta della Figc di assumerlo per il dopo-Conte, dopo che per tutte le qualificazioni a Euro 2016 abbiamo massacrato quest’ultimo per il non-gioco proposto.

Deve fare riflettere piuttosto che abbiamo perso tutte le gare giocate contro le grandi nazionali: Francia in amichevole e Spagna nelle qualificazioni. Se Ventura nelle altre gare ci era sembrato tutto sommato adatto al ruolo visto il ruolino e la media punti da ct più alta della storia azzurra, ma contro avversari molto più abbordabili, da ieri sera è lecito farsi domande inquietanti sulla presunzione di voler giocare contro la Spagna in quel modo. La stessa presunzione che ha fatto dire al ct che l’Italia sarà una delle sorprese al Mondiale 2018, nonostante non siamo ancora qualificati. Anche nel 1997 passammo dai playoff, può succedere. Rispetto a 20 anni, però, stavolta faremmo bene a sentirci meno sicuri di passarli.

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