Lost in BusinessLinkedIn: 6 semplici domande per presentarsi nel modo giusto e farsi scegliere

L’altro giorno ho chiesto ad nuovo collegamento quale fosse la sua strategia sul social. La risposta: “Sono su LinkedIn, non basta?” Probabilmente no, essere su LinkedIn non basta. Come in quasi t...

L’altro giorno ho chiesto ad nuovo collegamento quale fosse la sua strategia sul social. La risposta: “Sono su LinkedIn, non basta?”

Probabilmente no, essere su LinkedIn non basta. Come in quasi tutto ciò che ha valore, come nella vita, nella corsa al lavoro, nello studio, nello sport, in un sacco di cose, esserci non basta. Anche semplificando, è sempre necessario sapere in che direzione stiamo andando.

Forse “strategia” non è neanche il termine esatto, potrebbe spaventare. Forse per trovare le risposte basterebbe semplicemente farsi qualche domanda, anzi le domande giuste

Ho sei onesti servitori (mi hanno insegnato tutto quello che so); i loro nomi sono cosa e perché, quando e come, dove e chi.


Rudyard Kipling – Six Honest Serving Men

6 domande alle quali rispondere per avere risultati su LinkedIn

Perché

Ormai anche I sassi conoscono la filosofia di Simon Sinek, il suo “start with why” alla base di una vera differenziazione; è il caso di passare alla pratica, fornire un “perché” anche al nostro essere sui social, su LinkedIn.
La domanda in questo caso non è “perché fai il commercialista?” ma “perché fai il commercialista in questo preciso modo?”
Le tue credenze, i tuoi valori + il principale problema (secondo te) del settore + il più grande vantaggio (secondo te) nel settore > determinano il tuo “perché”

E no, non deve venire fuori una missione evangelica:)

Il “secondo perché” si riferisce invece al motivo per il quale ti trovi qui su LinkedIn. Una risposta che andrebbe bene per tutti potrebbe essere “diventare riconoscibile in X settore”.
Una risposta senza senso e che porta ad insuccesso e frustrazione è invece “perché ho bisogno di clienti in…”

Cosa

Cosa farai per raggiungere gli obiettivi?
Non ci sono strade universali, la cosa più intelligente è invece allinearsi al punto precedente, al tuo “perché”.
Su LinkedIn ci sono un sacco di persone che postano meme, giochini matematici, si dilettano in sterili polemiche e sembrano raccogliere consenso. Ma davvero è una buona strada anche per te? No, non lo è mai. A meno che il tuo “perché” non sia >>> perché non ho un caxxo da fare!!

Come

Ci sono diversi modi per raggiungere I propri obiettivi su LinkedIn.

  • Creare contenuti brevi (post)
  • Pubblicare sulla piattaforma di social blogging (Publishing)
  • Portare traffico al proprio sito/blog
  • Interagire con I contenuti degli utenti
  • Sfruttare la messaggistica per creare conversazioni
  • Acquisire informazioni sui prospect e “lavorarci” con messaggi inmail e persino telefonate (quasi) a freddo
  • Ascoltare ed imparare

Una buona strategia è sempre “ibrida” ma anche in questo caso si tratta di essere allineati agli obiettivi ed è una riflessione personale.

Dove

Qui forziamo la domanda: LinkedIn è il social giusto per me?

Vale una vecchia regola del mondo del blogging: se non individui il tuo target in un social, allora non ha senso creare un blog.

Guarda, analizza, rispondi, decidi.

* Un modo “diverso” è quello di analizzare cosa fanno I tuoi competitor. Poca o zero concorrenza potrebbe significare sia tante opportunità che la presenza di un deserto.

Quando

In merito alla questione temporale: oggi ha poco senso studiare e seguire orari e giorni migliori per la pubblicazione ed interazione. Varia da settore a settore e oggi siamo costantemente connessi per seguire un calendario.

Semmai c’è da chiedersi “quando iniziare?”

Risposta: “Il miglior momento per piantare un albero era ieri, il secondo miglior momento è oggi” (proverbio cinese)

Chi

Ho variato l’ordine delle domande con un motivo preciso, il “chi” è la domanda più importante. Da leggere anche come “chi sono le persone giuste su LinkedIn? Chi bisogna ingaggiare/intercettare?”
Ma attenzione a scambiare “chi” con “target”, questo è il grande problema di chi non riesce su LinkedIn. Anzi la soluzione, probabilmente, è dimenticarsi completamente la parola target.

“Immaginiamo di coinvolgere un pubblico, invece di conquistare un target, e l’atteggiamento progettuale assumerà tutt’altri connotati. Al pubblico chiediamo un applauso, l’applauso significa consenso, il consenso nel nostro gergo è reputazione. La reputazione genera fiducia. La fiducia muove gli acquisti…” (Paolo Iabichino – Scripta Volant)

Anche su LinkedIn è il Pubblico che determinerà, nel bene o nel male, se siamo degni della loro attenzione e fiducia.
E sarà il pubblico, non le nostre autocelebrazioni, a portarci vicino alle opportunità (a quello che chiamavamo target), presentarci e parlare bene di noi.
Perché alla fine si tratta di questo: è finita l’era nella quale vendere o anche farsi comprare. È il momento di farsi scegliere.

Tornando alla domanda “Perché essere su LinkedIn?” la risposta corretta è proprio farsi scegliere.

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