ApotropaicoChe anche fosse solamente una, ma buona

In questo clima di caccia alle streghe ogni giorno c’è un mostro diverso. Molestie, abusi, soprusi ormai non fanno più scalpore. Tutta colpa della rivoltante crisi morale e dell’indigestione media...


In questo clima di caccia alle streghe ogni giorno c’è un mostro diverso. Molestie, abusi, soprusi ormai non fanno più scalpore. Tutta colpa della rivoltante crisi morale e dell’indigestione mediatica.


80vogliadi80. Mi ricordo di tempi in cui perfino il mitico Enzo Biagi non dava tanta importanza a notizie così cruente. C’era una sorta di “censura educativa” nonostante lui fosse la punta di diamante del giornalismo italiano anni ottanta. Nonostante i criminali siano sempre esistiti “Il Fatto” era punto di riferimento per le notizie della sera. Mi ricordo pranzi in famiglia che si interrompevano per l’ascolto religioso del programma televisivo. Ho ricordi sfocati, lo ammetto, ero bambino, ma qualcosa comunque capivo: la compostezza della presentazione, il tono di voce pacato ma diretto, una serietà che oggi si fatica a intravedere. Perfino gli scandali, sessuali, erano trattati come un chirurgo tratta il paziente: sapientemente e con giusto distacco.

Riducono l’uomo a istinto e pulsioni, che viva per sesso e soldi, recida i legami oppure migri. Divenga quindi un servo idiota. I traditori, perciò, vi vogliono porci.

Il Sofista

Al lupo! Al lupo! Non guardo la tv da anni, men che meno la Rai. Per puro caso, qualche giorno fa, ho captato un mellifluo tono dal TG1: era Giorgino, il presentatore, con quel capello sempre uguale e quel gessato, portato male, che mi ricorda un clima da funerale. Al di là dei gusti personali mi rendo conto che l’informazione non viaggia più per canale televisivo ed i contenuti dei servizi sono solo vociare sperando di attirare l’attenzione. Diciamo così: una versione chic, più danarosa e composta, di Striscia. Un’altra considerazione mi prende: internet ha lautamente abbassato il livello qualitativo dell’informazione, cioè della comunicazione, cioè del parlare, cioè, in sintesi, del contenuto avendo alle spalle un contesto che insegna che l’apparenza è contenuto. L’estrema disponibilità di informazione permette, anche a chi non dovrebbe, di accedere a nozioni, fatti e misfatti non del tutto digeribili. Non tutti sono portati alla lettura, men che meno al trattamento di determinati argomenti: eppure la falce della globalizzazione azzera tutto innalzando a tuttologi tutti, appunto. Tutti conoscono tutto; mi chiedo a cosa servano, oggi, i giornalisti. Strano, non troppo, a dirsi, il passaparola riprende vigore e il chiacchericcio da bar torna in auge con la stessa autorevolezza dell’Ansa.

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