PromemoriaIus soli, l’aggravante dei futili motivi

La questione della legge di riforma per l'acquisizione della cittadinanza è stata talmente strumentalizzata da imporre un velo pietoso su tutti i protagonisti. Ci stiamo abituando al fumo di distra...

La questione della legge di riforma per l’acquisizione della cittadinanza è stata talmente strumentalizzata da imporre un velo pietoso su tutti i protagonisti. Ci stiamo abituando al fumo di distrazione di massa per confondere volutamente l’opinione pubblica e indurla a guardare il dito anzichè la luna. Un errore dal quale non è esente nessuna delle forze politiche in campo ad eccezione – va detto – della destra-centro storicamente più spinta verso posizioni chiare per quanto magari non condivisibili.

La fenomenologia fin qui osservata è deprimente: assistiamo a dichiarazioni sui social, scioperi della fame “de noantri” e a steffetta, vagonate di retorica dell’esclusione piagnistesa o quella dell’invasione apocalittica. Tutta fuffa francamente indegna.

Ciò nonostante in politica ciò che conta sono in voti in aula, gli stessi che a fatica zero stanno servendo per la nuova legge elettorale che riuscirà nel capolavoro di amalgamare solamente le storture delle due precedenti leggi scritte fino a qui. Ma tornando alla cittadinanza “reformanda” sia il movimento cinque stelle che il partito democratico dimostrano con egual misura debolezze al limite dell’inaccettabile e del parossismo: se da un lato infatti i pentastellati (come spesso è accaduto) faticano ad elaborare un argomento oppositivo convincente e palesano un deficit di strategia, dall’altro il PD è responsabile dell’esatto contrario ovvero vivono di iper-tatticismo insopportabile.

Nel merito il M5S – ha recentamente dichiarato Di Battista – lo Ius soli va discusso oramai in ambito europeo, dimenticando d’un tratto che il diritto di cittadinanza è – ad istituzioni vigenti – di pertinanza nazionale e non sovranazionale (l’Europa infatti non è ancora un’unità politica e una confederazione di stati come gli Usa, per intenderci). In altre parole i grillini non vogliono a fine legislatura offrire il copyright al Pd per l’aaprovazione della legge. Ad ogni modo l’europeismo demenziale del M5S è sconvolgente.

Specularmante (e senza attenuanti) il Pd sta sacrificando una riforma davvero “progressista”, una legge sullo Ius culturae (et soli) peraltro temperata da posizioni estreme, un iniziale compromesso non del tutto a ribasso. Ma la legge elettorale e la finanziaria ci costringe a sottolineare la debolezza di sostanza di un partito che da qui a pochi mesi girerà il paese chiedendo voti come vera forza di centro sinistra moderno e moderato ma pur sempre baricentro del progressismo italiano. Si può dire che l’eccesso di tatticismo non farà bene in termini di identità e di temi al partito di Matteo Renzi. Troppa paura alla fine non premia.

Sullo Ius Soli insomma l’inerzia delle prime due forze del paese è una colpa aggravata da futili motivi. Nel penale è un reato gravissimo, in politica è delusione deprecabile.

un tema così delicato deve essere preceduto da una discussione ed una concertazione con gli stati dell’Unione Europea, per avere regole uniformi…


blog di Beppe Grillo – 14 giugno 2017

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