NewsBanditeL’ultima donna nel Ghouta

C’è una donna raccolta, lì, nella macchia nera, da qualche parte, lontano, nel Ghouta. In silenzio. Aspetta che il tempo finisca. Sono tutti morti. Tutti, tranne lei. L'avrebbe ammazzata qualcuno, ...

C’è una donna raccolta, lì, nella macchia nera, da qualche parte, lontano, nel Ghouta.
In silenzio. Aspetta che il tempo finisca. Sono tutti morti. Tutti, tranne lei. L’avrebbe ammazzata qualcuno, altrimenti. Lo sa. Lei non avrebbe neanche pianto. Non sa più piangere, da tempo. Ha bevuto tutte le lacrime. Intorno i muri crollati. Ancora, fermi, come lei. Non c’è nessuno oltre le crepe. Non ha più paura, non ha più forza.
Sente ancora il vento che si agita e muove la povere, che va in alto e fa cupe le nuvole. Lei aspetta lì, che la porti su, pure lei. Che neanche la pioggia scende giù, che non c’è nessuno da bagnare. Quanto vorrebbe quella pioggia. Non può lavarsi, e si vergogna un po’, anche se non c’è più nessuno. Raccolta, curva, si abbraccia, che fa freddo e vorrebbe non sentire più neanche quello. Stringe una vecchia maglia sporca. Non sa più quanti anni abbia quell’odore che solo le fa compagnia. Vorrebbe lavare anche quella e non può. Niente. Non c’è niente, neanche più le bombe dal cielo. Niente. Solo quel vento che le gira intorno, fa finta di niente e la lascia lì. E quel sapore di passato. Passato, per sempre, come la sua vita.
Si chiama Aisha. Voleva solo cercare riparo, quel giorno. Quello lì, quando il mondo le crollò intorno. Un boato immenso. Poi le urla, i pianti, il frastuono, poi niente​

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