Non credevo sarebbe mai successo, in fondo. Certo, ad altra nazionali sì, in passato è capitato. L’Inghilterra che salta gli Europei del 2008, la Francia fuori da Usa ’94 allo spareggio contro la Bulgaria, gli olandesi fuori dalla Coppa del Mondo 2002 e 2018, oltre che dall’ultimo Europeo. Ma che l’Italia potesse saltare un grande torneo, il grande torneo per eccellenza, questo no. Francamente, è un’umiliazione grande grande.
Vi fermo subito, prima che qualcuno possa dire che ci sono cose più importanti di 22 ragazzi che corrono dietro a un pallone eccetera. Il Mondiale (in fondo anche l’Europeo) rappresenta quell’evento che caratterizza le nostre estati, se non un anno intero. Tutti ci ricordiamo dove eravamo quando abbiamo perso la finale col Brasile, o quando abbiamo battuto la Francia, o quando loro ci hanno rifilato quel gol con Wiltord all’ultimo secondo. La Nazionale fa parte della nostra vita, dei nostri ricordi; e a poco serve dire che non ci interessa, che pensiamo solo al nostro club.
Insomma, siamo fuori da Russia 2018 ancora prima di andarci. Nel 1994 contro la Nigeria ci volle un colpo di genio di Roberto Baggio per tirarci giù dall’aereo. Ecco, è bene interrogarsi su chi avrebbe potuto tirarlo fuori ieri sera, quel colpo di genio. Le colpe principali sono di Ventura e di chi lo ha scelto, su questo ci sono pochi dubbi. Lo dicono i risultati, soprattutto se paragonati con quelli del recente passato: quando abbiamo avuto un ct con un bagaglio tecnico più pesante, abbiamo fatto tanto con poco, vedi l’esperienza di Conte all’ultimo Europeo con una Nazionale di poche stelle e tanta sostanza.
Ecco, la sostanza. C’è anche questo problema. Al quale bisogna ovviare, anche se il tempo c’è visto che le prossime partite pesanti le giocheremo a settembre 2018 per l’Europeo 2020. Ci sarà tutto il tempo di capire chi mettere sulla panchina da ct e sulla poltrona federale, perché non voglio nemmeno pensare alla possibilità che Tavecchio resti ancora. I nuovi vertici dovranno non solo selezionare la materia prima, ma anche capire come plasmarla assicurandole il giusto ricambio. Nel frattempo, non resta che una sola cosa: andare a casa. E meditare, a lungo. Abbiamo tempo, stavolta: non sprechiamolo.