#Tsurezuregusa“Van Gogh: il mio Giappone” – mostra, a Milano fino al 25 novembre

In un momento in cui l’Italia sembra scossa da una sorta di “neojaponisme” e il Giappone è tornato ad essere prepotentemente soggetto di interesse e tendenze, vorrei portare l’attenzione su di una ...

In un momento in cui l’Italia sembra scossa da una sorta di “neojaponisme” e il Giappone è tornato ad essere prepotentemente soggetto di interesse e tendenze, vorrei portare l’attenzione su di una piccola ma deliziosa mostra inaugurata questi giorni alla Biblioteca di Palazzo Sormani a Milano e aperta fino al 25 novembre prossimo dal titolo: “Van Gogh: il mio Giappone”.

La mostra illustra il rapporto tra il grande artista olandese con il Giappone in un percorso che si snoda attraverso i vari periodi della vita di Van Gogh. Nella seconda metà dell’Ottocento arrivarono, infatti, nel mercato dell’arte di Parigi le prime immagini del Mondo Fluttuante e Van Gogh fu uno degli artisti che più di altri rimase colpito dall’arte giapponese di cui diventò anche un collezionista.

Per farti un’idea dei cambiamenti che si incontrano nella pittura pensando, per esempio, alle scene giapponesi colorate che si vedono ovunque, paesaggi e figure. Theo ed io ne abbiamo a centinai di quelle stampe giapponesi”


Vincen Van Gogh – lettera alla sorella Willemien del 30 marzo 1888 da Arles

“La natura, così cara a Van Gogh è uno degli elementi principali che avvicinarono Van Gogh all’arte giapponese perché quando l’artista vede la stampe giapponesi di paesaggi e nature, rivede se stesso.” spiega la curatrice Mariella Guzzoni. “Van Gogh assorbì la poetica giapponese e nelle sue opere sono rintracciabili le influenze di questa fascinazione che ripropone in uno stile personale, in profonda sintonia con se stesso e con la grandezza della natura”

Il percorso di snoda a tema e racconta le ispirazioni letterarie, il contesto editoriale, le illustrazioni, le copertine magnetiche di Le Japon Illustré, con le opere che Van Gogh appendeva nel suo studio del Sud. Tra le stampe in mostra dei maestri giapponesi dell’ukiyo-e amati da Vincent, spiccano i tre album di Hokusai delle Cento vedute del Fuji, con la grande onda, gli attori e le cortigiane di Kunisada, i paesaggi di Hiroshige. Dalle prime famose tele riprese da Hiroshige, da Père Tanguy alle Scarpe, dagli autoritratti parigini all’autoritratto da giapponese di Arles, le opere che guardano a Oriente sono molte.

Mariella Guzzoni da alcuni anni porta avanti studi vangoghiani con ricerche tra Milano e Amsterdam, raccoglie opere giapponesi e stampe Ukiyo-e che sono state in possesso di Van Gogh. Nel 2012 ha, inoltre, pubblicato “L’infinito specchio. Il problema della firma e dell’autoritratto in Vincent Van Gogh” (et al. Edizioni), un viaggio nell’universo umano e artistico di Van Gogh, basato sulle lettere, con prefazione di Massimo Recalcati. Il libro nel 2014 è stato pubblicato nella sua edizione rielaborata ed ampliata da Mimesis.

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