(Es)cogito, ergo sumDue anni senza Giulio Regeni: qual è il prezzo della Verità?

Alcune verità sono come il sole. Bisogna proteggersi bene prima di guardarle da vicino, altrimenti si rischia di danneggiare la vista. I genitori di Giulio Regeni, ucciso brutalmente al Cairo, non...

Alcune verità sono come il sole. Bisogna proteggersi bene prima di guardarle da vicino, altrimenti si rischia di danneggiare la vista.

I genitori di Giulio Regeni, ucciso brutalmente al Cairo, non hanno paura di guardare in faccia la verità, per quanto terribile essa sia.

Claudio e Paola Regeni pretendono di sapere cosa è davvero successo a Giulio, scomparso in un Paese straniero un giorno di gennaio e fatto ritrovare, nove giorni dopo, cadavere. Chiedono di dare volti e nomi all’orrore che ha martoriato il corpo del figlio, un giovane ventottenne che viveva temporaneamente al Cairo per svolgere un dottorato di ricerca sul ruolo dei sindacati indipendenti egiziani, per conto dell’Università di Cambridge.

Troppi depistaggi, bugie, calunnie su Giulio sono state raccontate dal governo egiziano, con il solo scopo di tenere lontana la verità. Ma il corpo violato e massacrato di Giulio ha parlato chiaro fin dall’inizio: quelle torture perpetrate per giorni, con un accanimento cieco e spietato, portano inequivocabilmente la firma di un omicidio di Stato. Le violenze subìte dal corpo di Giulio ricordano i brutali supplizi inflitti sui dissidenti politici dai regimi sudamericani negli anni delle feroci dittature di Pinochet e Videla.

Giulio Regeni non è scomparso un giorno qualunque, ma il 25 gennaio, giorno in cui nel 2011, proprio a Piazza Tahir, al Cairo, ebbe inizio la Primavera araba, tramutatasi in un battito d’ali da sogno di democrazia e libertà, in un rigido e gelido inverno. All’allora presidente Mubarak, deposto dai moti del gennaio 2011, seguì Mohammed Morsi, membro dei Fratelli Musulmani a cui nel 2013 , con un golpe, si sostituì di Abdel Fattah-el-Sisi, ex capo dello spionaggio militare. Con la sua elezione a Presidente nel 2014 nel Paese si è instaurato un clima di terrore e repressione. Chiunque sia sospettato di essere un cospiratore e un oppositore del governo viene fatto sparire e poi, nel migliore dei casi, ricompare nel ruolo di imputato in un processo. Stando ai dati diffusi dai Giuristi Democratici, che hanno manifestato oggi dinanzi all’Ambasciata Egiziana a Roma, negli ultimi tre anni sarebbero 5.500 le persone scomparse in Egitto. Di questi il 5% torna come cadavere, il 60% viene imputato in un processo e il 35% non torna affatto.

Cosa è successo a Giulio? Chi lo ha tradito e perché? Chi porta sulla coscienza il peso di aver venduto la vita di un ragazzo innocente?
Le risposte si possono immaginare, ma quella non è la Verità.

Quanto costa la verità?

E’ questa la domanda, perché ogni verità ha un prezzo e l’Italia non dovrebbe badare a spese per ottenere quella sull’omicidio di Giulio. Per conoscerla, il nostro governo dovrebbe incalzare quello egiziano, rimandando al mittente le falsità sulla morte di Giulio propinateci fino adesso.

Gli interessi economici dell’Italia in Egitto sono noti a tutti, ma non devono costituire un ostacolo per arrivare a conoscere quello che è davvero successo a Giulio e a smascherare un regime tirannicida che continua a farsi beffe dei diritti umani.

Lo dobbiamo a Giulio Regeni, alla sua famiglia e a tutti coloro che ogni giorno in Egitto combattono, rischiando la vita, per ottenere libertà e giustizia.

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