Non è concepibile che le strade delle nostre città siano diventate così insicure. A prescindere da tutti i discorsi politici che si possano articolare: qui il problema è sociale. C’è una infelicità di fondo, che i nostri ragazzi hanno interiorizzato. E non ho paura a chiamarli nostri ragazzi: anche loro lo sono. Sarà nostro compito cercare di fargli scoprire nuove realtà. Ogni giorno è impossibile non venire a conoscenza di queste notizie che ormai sono diventate un appuntamento fisso, giornaliero. Non possiamo continuare a girare la testa dall’altra parte, è un dovere di chi governerà cercare di risanare questa situazione. I ragazzi sono il futuro della nostra società e dobbiamo affiancarli, guidarli, cercare di tirar fuori il meglio di loro. Credo che la nostra idea di società futura debba guidarci per risolvere il problema.
Se l’odio continua ad avanzare sempre di più, non possiamo avere la proiezione di un domani migliore, roseo, sereno. Anzi, tutt’altro. La stessa babygang che è stata sgominata, si rifaceva ai tipici metodi camorristici, come fossero degli esempi da prendere. E non c’è neanche da stupirci, se negli stessi media, spesso, i ragazzi vedono glorifcati personaggi della malavita, che essa sia di origine campana, siciliana, calabrese. Le periferie, il centro e tutte le zone di una città non dovrebbero essere divise fra loro, dobbiamo creare un collante.
Questo è un problema che il Sud si trascina dietro da molto tempo, la Campania nello specifico.
Tutti questi esempi che i nostri ragazzi vedono in televisione o al cinema non dovrebbero condizionarli. Come le serie tv che, ad esempio, narrano la realtà criminale con toni avvincenti, romantici o coinvolgenti. Invece è doveroso impegnarsi per far comprendere ai nostri ragazzi che occorre invece vederle con il giusto distacco, cercando di distinguere realtà e finzione, bene e male e, magari, apprezzarne solo il valore artistico, quando c’è…
Quello di cui abbiamo urgente bisogno è uno sforzo congiunto, governo e cittadini, istituzioni e gruppi sociali per riuscire ad agire su più fronti, contemporaneamente. Se il governo avesse già investito su un sistema in grado di autoprodurre occupazione, invece di spendere su dei mega fallimenti quali il Jobs Act, probabilmente non saremmo stati in questa situazione. E avremmo già iniziato a togliere dalla strada molti di quei giovani, comprendendo una buona volta che non siamo e non dobbiamo essere spettatori passivi di quello che succede ai nostri figli, al nostro futuro e al nostro Paese.