L’impegno dell’Unione europea, quelli contenuti nella Strategia energetica nazionale (Sen) e gli accordi di Parigi impongono anche all’Italia di impegnarsi nella riduzione dei gas a effetto serra. Nel nostro Paese un ruolo importante se lo ritaglia il biogas. In Italia quello che viene chiamato anche biometano ha conosciuto un notevole sviluppo tanto da farci diventare il secondo produttore in Europa, il quarto a livello mondiale.
Il gas rinnovabile può avere un ruolo fondamentale nel permettere al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi imposti dagli Accordi di Parigi e di arrivare al traguardo di un’economia a emissioni zero entro il 2050. E’ stato uno dei temi più discussi al summit annuale Biogas Italy che si è svolto a Roma. Stando alle stime del Consorzio Italiano Biogas (Cib), può avere un ruolo fondamentale nel permettere al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi imposti dagli Accordi di Parigi e di arrivare al traguardo di un’economia a emissioni zero entro il 2050. Secondo stime Cib, l’Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di metri cubi di biometano al 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Uno studio presentato dalla società di consulenza ambientale Althesis parte da questa stima per definire uno scenario al 2050, dove un potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 milioni di tonnellate. Lo sviluppo della filiera consentirebbe, inoltre, già entro il 2030, di creare oltre 21mila posti di lavoro e di generare un gettito tributario di 16 miliardi di euro tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi. Le ricadute economiche complessive al 2030 si misurerebbero in 85,8 miliardi di euro, di cui 17,7 miliardi di euro nell’uso elettrico, 15 miliardi di euro nel settore dei trasporti e 53,1 miliardi grazie all’immissione nella rete.
Il biogas può ritagliarsi un ruolo anche nella definizione di una strategia di sicurezza energetica per il nostro Paese. L’incidente nel terminal austriaco di Baumgarten che alla fine dello scorso anno ha portato a una momentanea sospensione dell’approvvigionamento tramite il gasdotto Trans Austria Gasleitung (Tag) e le polemiche legate alla realizzazione del Tap (Trans-Adriatic Pipeline) hanno messo in evidenza, non solo, la necessità di diversificare le rotte di approvvigionamento ma anche quella di poter contare su volumi di stoccaggio nazionali capaci di fronteggiare eventuali crisi che riguardano i flussi di approvvigionamento via gasdotti e rigassificatori.