E se fosse stata la paura a spingere il Sud a votare in massa per i Cinquestelle? E se non fosse stata davvero una protesta, ma il voto si fosse spostato semplicemente per la paura di una fetta importante dell’elettorato, anche moderato, di non vedere un futuro? Penso ai giovani, ma non solo a loro. Penso alle loro mamme, ai loro padri, alle loro famiglie che, in massa, all’improvviso, non hanno valutato programmi e alternative e sono andati lì, nelle urne, solo per esprimere disagio e paura. Da che mondo è mondo, la famiglia si è sempre sentita direttamenteresponsabile dell’istruzione e della formazione dei figli, conl’obiettivo, neppure tanto nascosto, di sostenerli nella ricerca di un lavoro. Anche questo “sforzo” oggi va contestualizzato. Se, per anni, una serie di Governi ci hanno detto che la crisi ha spaccato il Paese in due; se, per anni, al Sud ci hanno lasciato le briciole di alcuni incentivi a pioggia senza programmare lo sviluppo; se, per anni, abbiamo assistito a delocalizzazioni e chiusure di aziende spesso cuore pulsante di intere comunità; se, per anni, abbiamo lasciato che i nostri giovani diventassero via via più precari e, con La Buona Scuola, li abbiamo persino sparpagliati per il Paese; se, per anni, abbiamo lasciato che decine di migliaia di padri di famiglia restassero senza lavoro e senza ammortizzatori sociali; se tutto questo è vero, oggi dobbiamo fermarci e porci una domanda: dove abbiamo sbagliato? Sì, tutti noi. Anche se Forza Italia non era al Governo quando il Sud veniva trattato peggio di altre zone del Paese. Anche se il Presidente Berlusconi è stato mandato a casa una specie di colpo di Stato per dare, di fatto, un non governo all’Italia, lasciandola in un immobilismo dal quale non siamo ancora usciti. E tutte le dichiarazioni sulla crisi, sul divario tra Nord e Sud, assieme ai dati sulla disoccupazione, sulla criminalità, sulla sicurezza delle nostre città secondo voi non hanno generato paura nelle nostre case? Io stesso ormai ho difficoltà a dare consigli a mia figlia che quest’anno affronterà la maturità. Al Sud va rimesso in piedi un intero sistema: le pubbliche amministrazioni sono a dir poco in sofferenza; le aziende chiudono; i professionisti sono più che mai in condizioni di precariato. La politica tradizionale non è stata in grado di gestire il sentimento e le intenzioni della gente e così la sfiducia ha lasciato il posto alla paura. Di qui l’”affidamento”, l’ennesimo forse, ma stavolta al buio. Nel collegio dove sono stato candidato, il Movimento Cinquestelle, come in tutti gli altri collegi della Campania, ha vinto con un candidato del tutto sconosciuto. Con una persona che gli elettori non hanno mai visto durante la campagna elettorale e di cui quasi tutti non conoscono neanche il nome. Non era importante, perché importante è stato “provare a cambiare”. Questo è il fallimento: quando ci si affida a chi non si conosce, pur di cambiare, vuol dire che il messaggio non è stato chiaro e che la classe dirigente non appare in grado di svolgere la sua funzione. Però, con altrettanta chiarezza, oggi dobbiamo dire che la paura ha sì vinto alle urne, ma non può reggere. Adesso bisogna smetterla di cavalcare i sentimenti e dimostrare che le cose dette non erano solo chiacchiere e promesse elettorali. Per esempio, durante la campagna elettorale, ho presentato un programma preciso che parla di lavoro, di sviluppo, parla ai giovani e parla alle imprese. Ho guardato in faccia gli elettori, ho stretto loro le mani, assumendo impegni. Invece, il programma dei Cinquestelle dov’è? Qual è? A noi è arrivato solo un irrealizzabile reddito di cittadinanza. Allora, fatemi essere provinciale e campanilistico. Cosa ne pensano del debito creato da de Magistris al Comune di Napoli? Cosa ne pensano dei disastri del duo De Magistris – De Luca nei trasporti, nel welfare e nella sanità? Quale proposta hanno per rendere più sicure le nostre strade, le nostre famiglie, le nostre case? Come intendono muoversi sul fenomeno delle babygang e dei femminicidi? Cosa pensano del sovraffollamento delle carceri e quale riforma della giustizia hanno in mente? Dopo aver generato la paura, ora è d’obbligo lavorare per la tranquillità. E questo spetta a chi l’ha evocata, spiegando al Sud come e perché, da ora in avanti, deve stare tranquillo.
30 Marzo 2018