Cominciamo col dire che Eusebio Di Franesco ha avuto coraggio, nell’affrontare la semifinale di Champions League contro il Liverpool. Ha letto l’avversario, lo ha studiato, analizzato, sviscerato. Ha pensato di poterlo imbrigliare impostando la sua Roma con un sistema di difesa per nulla fisso e immutabile, ma mettendosi a 3 dietro per poter guardare a vista il tridente con la marcatura a uomo e, allo stesso tempo, con due esterni come Florenzi e Kolarov in grado di scendere nella linea dei difensori e dare una mano.
L’idea di Di Francesco è stata chiara: sfruttare tutti gli uomini possibili in fase di ripiegamento, contro un Liverpool che Klopp schiera con un 4-3-3 asimmetrico, che cioè diventa 3-4-3 o 3-5-2 quando deve andare a schiantare in velocità l’avversario.
C’è però un problema, anzi due. Il primo: il Liverpool visto ieri sera ad Anfield è troppo veloce. Lo sarebbe per qualsiasi squadra, o quantomeno lo è stato per questa Roma che già al primo affondo si è vista perdere il baricentro. Salah parte a destra, il blocco dei tre dietro indietreggia e lo segue sbilanciandosi: Firmino nel frattempo si è già inserito e chi dovrebbe seguirlo lascia un buco grosso così. Nessun problema perché Alisson è bravissimo e blocca il pallone a terra, ma su una respinta sbagliata sua o della difesa, la seconda palla sarebbe arrivata al brasiliano, solo e praticamente lanciato verso lo specchio della porta.
Il secondo problema è stato il posizionamento alto della difesa della Roma. Di Francesco ha così cercato di diluire la potenza di fuoco del Liverpool nel fuorigioco: voi siete molto veloci, anche troppo, e io vi anticipo mandandovi fuori giri. Una mossa che ha funzionato solo in parte, evidentemente. Bene quando la difesa era schierata in linea, ovviamente; meno quando il Liverpool aziona il turbo. Una velocità di squadra che ha nell’ex romanista Salah il terminale ideale, l’ingranaggio che tiene in piedi un attacco che è armonico quando affonda, perché Manè riesce a tenere il suo passo leggendo l’azione.
L’uscita di Salah nell’ultima parte di gara ha tolto velocità al Liverpool, con la conseguente possibilità da parte della Roma di poter meglio ragionare. Ora la palla passa ai giallorossi. Al ritorno all’Olimpico ci sarà da mettere in atto un’altra rimonta: anche stavolta serve vincere 3-0. La Roma dovrà fare la partita e Di Francesco provare a leggere di nuovo una gara nella quale non sarà se il Liverpool giocherà a calcio o proverà a difendersi e basta. Difficile che Klopp scelga la seconda ipotesi, visto l’esito disastroso di questa opzione da parte del Barça ai quarti. I Reds dietro non sono imperforabili; lo stesso Karius ha dimostrato di non essere sicurissimo negli interventi. La velocità rischia ancora una volta di essere l’ago della bilancia della partita, dunque.