Lost in BusinessCosa fare su LinkedIn se sei un Manger o un Menager

Si c’è un errore nel titolo ma hanno iniziato prima loro. Puoi anche non crederci, ma puoi anche controllare subito: in Italia ci sono oltre 3000 Manger e quasi 2000 Menger su LinkedIn. Cioè man...

Si c’è un errore nel titolo ma hanno iniziato prima loro.

Puoi anche non crederci, ma puoi anche controllare subito: in Italia ci sono oltre 3000 Manger e quasi 2000 Menger su LinkedIn. Cioè manager tanto zelanti e veloci da saltare una vocale, o tanto potenti da poterne scegliere una al posto di un’altra (la e al posto della a).

E tanti saluti alla reputazione.

(Per la cronaca: si trovano anche mager, meger e altre strane varianti… ma anche diretori generali e del personale)

Che tu ci creda o non ci creda avrai sempre torto

Quando si parla di LinkedIn, e in generale del mondo digitale, bisogna comprendere che non è più possibile considerarlo un di più, un accessorio, o pensare si possa scegliere di non esserci.

Ci sei anche quando non ci sei

Ci sei anche quando pensi di non esserci

Sei visto anche quando pensi di non essere visto

Ad esempio, anche se nessuno sta visualizzando il tuo profilo di LinkedIn, il tuo nome, la tua presentazione, i tuoi errori, saltano fuori nelle ricerche. Ed è probabile, molto probabile, che cercando il tuo nome su Google salti ancora una volta un risultato di LinkedIn – anche se hai creato un account anni fa e non sai neanche come loggarti.

È il momento bellezza!

Anno 2018, da un paio di anni nel mondo digitale, nel mondo in cui la reputazione ti precede. Nel bene e nel male.

Io non lo uso non è una giustificazione

Il che ci porta all’alibi per eccellenza: io non lo uso.

Benissimo, ma lo usano gli altri.

Le persone che popolano i social, che vivono sui social, che oltre 150 volte al giorno sono a contatto con il web tramite uno smartphone.

Gli altri, il mondo, lo usano.

Pensare di potersene stare fuori è logico e possibile quanto pensare di non bagnarsi sotto un acquazzone.

Non riguarda soltanto Te

L’altro punto è che nessun uomo è un’isola e ciò vale anche e soprattutto per i professionisti. Se sei un mager e sei un mio collega non danneggi soltanto te ma anche me.

La mia reputazione passa anche da quella dell’azienda e dunque dalla tua.

I tuoi successi sono in parte anche i miei, la tua credibilità è in parte anche la mia, le tue cazzate anche.

Tornando alla storiella dei mager e dei meneger, fa un certo effetto sentire parlare tutto il giorno di identità di marca ed employer branding, e poi notare che colossi se ne infischiano di come la propria storia venga raccontata sopra i social.

Anche quando non viene raccontata, cambia poco.

Comportati come se tutti ti stessero (e li stessero) osservando

Viviamo in un’era nuova, complicata ma dalle grandi opportunità. Le opportunità sono riuscire a comunicare in modo più agile e più vero. Riuscire a parlare da persona a persona, perché le persone odiano la pubblicità.

Connetterci, nel senso quello vero, e raccontare la nostra storia. Crearne una nuova e condivisa.

Le cattive notizie sono che anche chi non racconta o lo fa male si racconta. In questo caso chi sbaglia paga e i cocci sono i suoi (e non solo!).

Anche se sei un Mager. Anche se sei un Menager. Anche se sei l’azienda di questi Manneger…

Forse, soprattutto in questo caso.

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