In questi giorni tutto il mondo pare in apprensione per la vicenda dei ragazzi intrappolati in una grotta in Thailandia. Si moltiplicano le offerte di aiuto che giungono ai soccorritori da varie parti del mondo compresi i vigili del fuoco italiani coi loro reparti sommozzatori. Negli stessi giorni al largo della Libia qualche centinaio di migranti muore. Tra loro alcuni bambini. Le emozioni che queste morti suscitano vanno dal senso di assuefazione fino a una malcelata soddisfazione. “Ben gli sta! Così imparano e smettono di partire! Se dieci muoiono, ebbene dieci in meno!”.
Come è possibile che l’umana solidarietà ed empatia che si prova per gli uni si trasformi in rabbia e aggressività per gli altri?