PromemoriaIvano, segretario subito!

La sinistra riparte da Ivano, a sua insaputa e suppongo con sua certa irritazione. Stiamo parlando del 58enne di Rocca di Papa che si è scagliato contro gli attivisti di casapound urante l'ingress...

La sinistra riparte da Ivano, a sua insaputa e suppongo con sua certa irritazione. Stiamo parlando del 58enne di Rocca di Papa che si è scagliato contro gli attivisti di casapound urante l’ingresso dei migranti trasferiti dalla nave Diciotti presso la struttura della Cei. Ai microfoni di InOnda (La7) Ivan I (il terribile ma buono) si dice stupito e preoccupato di dover rimbalzare agli onori della televisione e dei social per aver detto una semplice “ovvia stupidaggine” capace però di cestinare l’equivalente di circa dieci direzioni del PD o – se volete – un terabyte di post sui social dell’opposizione. E come uno spot degli anni 80 verrebbe da chiedere alla massaia: sostituirebbe il fustone Ivano con 2 fustini Martina e 3 additivi Renzi? Ma certo che no – risponderebbe la casalinga – mi tengo il fustone, garanzia di valori e concretezza di pensiero. Qunidi Ivano, più leader, non si può.

Non ho filosofie di vita, solo del sano buon senso

E dopo un decennio del centro sinistra di governo mentre tutto è in macerie per colpe di un arco ampio di colpevoli autolesionisti e scissionisti, l’unico lottatore di un futuro possibile è un signore che non aspetta che si riempiono le piazze ma le riempie con ciò che crede esprimendo il suo pensiero semplice, meno sovrastrutturato a tuttavia in grado di contrapporsi ai rigurgiti estremisti di queste settimane. Ciò detto, Ivano mette a segno una doppietta incredibile: entrando “senza grandi cose” nel merito e nel metodo, cosa rarissima a sinistra da molti anni.

In primo luogo ha chiamato fascisti coloro che lo sono per loro stessa ammissione, togliendo finalmente il velo su un’operazione comunicativo-politica all’inizio raffinata ma di recente sempre più esplicita e rozza. Quella per cui da un lato il governo giallo-nero (trovatemi il verde per piacere…) con la mano grillina minimizza e banalizza questi fenomeni e con l’altra mano leghista li ispira senza la fatica di incoraggiarli attraverso i pensieri e le dichiarazioni del loro leader Salvini. Perciò il buon Ivano che per istinto “porta tutto verso il basso” li chiama semplicemente fascisti (e non credo che i fascisti si possano offendere) e dimostra di avere occhi per identificare la realtà. Quella per cui bisogna essere forti con i deboli (i migranti) e deboli con i forti (Orban, Putin, Trump è uguale). Certo, il problema è indubbiamente più complesso ma il vento di estrema destra – aiutato da uno stupefacente movimento cinque stelle – che sta spazzando i moderati nel nostro paese, è forte perchè associa alle proprie idee persone, gruppi di partecipazione e quindi consenso elettorale. Pertanto, puoi fare le cose più belle del mondo ma se non trascini a te un popolo, becchi una sonora sconfitta. E rimangono senza risposte le domande (anche le mie) di tanti osservatori di sinistra come – ad esempio – del perché questa frattura così radicale e dolorosa con il «popolo», mentre si passano le giornate a lanciare invettive contro il «populismo», cioè contro il popolo rozzo e incolto che, cattivo, non ci capisce? Perché le «periferie» voltato le spalle in modo così corale, come in una guerra di secessione da noi, dall’ormai piccolo mondo che rappresentiamo? Si può riaprire un piccolo canale di comunicazione con un universo tanto vasto e con cui non si ha più un linguaggio comune e una stessa scala di priorità?

 https://twitter.com/InfidaMente/status/1034740003451138049?ref_src=twsrc%5Etfw 

E si arriva al metodo, tornando al geniale e inconsapevole Ivano: riposti nell’armadio cravatta e tailleur, il nuovo must have è la camicia appassionata, il linguaggio diretto e rude del momento mentre non le mandi a dire a nessuno magari con la forza di ciò che lui chiama con naturalezza il “buonsenso”. E mi chiedo se non sia sia arrivato il tempo per una futura neo-sinistra di grillinizzare la comunicazione? Non è una bestemmia affermarlo, anzi.

Si può tornare nelle periferie con o senza rammendo, buttarsi nelle piazze quotidianamente, aprire i circoli (ci sono ancora?) ma sopratutto non farsi invitare negli studi ma portare le telecamere nelle piazze e nei problemi, tirar fuori grinta e qualche vaffanculo indicando soluzioni denunciando contraddizioni così da smuovere la palude e convincere la gente. Il consenso non è roba cattiva ma l’anima di ogni missione politica.

Ma se poi, in una sera di fine estate, il fuoco sincero di Ivano viene spento – neanche dopo qualche ora – da un dirigente della sinistra attuale (scelto a caso), capisci di come lo sconforto può impadronirsi di te.

Non stupisce il grido di un popolo sotto il sagrato: Ivano,Ivano, segretario subito!