Tossicodipendenti, ludopatici, alcolisti… Nessuno è irrecuperabile!
Non ci credete?
Invece è proprio così! Io l’ho scoperto grazie a Simone Feder di cui racconto qui Inversamente e di cui di seguito vi do un assaggio:
Lui ha da poco compiuto 18 anni. Il papà è dall’altra parte del mondo. La mamma è una libertina. Lui ha problemi con l’eroina. Viene in struttra da noi e dopo un percorso si libera dalla sostanza di cui è dipendente, ma non dal disagio di vivere. Una sera, a brucia pelo, gli chiedo: Allora li riprendiamo o no gli studi? Questa domanda è come se gli avesse aperto la finestra in una baita di montagna chiusa da tanto tempo. Una finestra da cui entrano aria pura e luce, e da dove si vede la vastità del mondo. Alla fine si iscrive alla quinta superiore, si diploma a piedi voti e, su nostro consiglio, comincia l’Università. Quando l’ho conosciuto aveva la speranza smorzata. Gli serviva qualcuno che non lo guardasse solo come un tossico, ma come una persona. Consapevole che dietro a ognuno di noi c’è qualcosa che brilla. Quando ti viene data la possibilità di guardare dalla finestra aperta della baita, quello che vedi ti fa andare oltre i tuoi limiti. In tanti anni di volontariato e di lavoro ho imparato a non dare anzitutto una medicina, ma a infondere speranza.