Oggi ho conosciuto Stefano, taxista di Milano. Durante il viaggio Stefano mi ha raccontato un pezzo della sua storia: informatico lasciato a casa un anno fa dai tagli che ha dovuto fare l’azienda per la quale lavorava. Non riuscendo a ricollocarsi si è fatto un mutuo di € 200.000 per comprare auto, allestimento e licenza e mettersi in proprio e, per pagarlo, e mantenere moglie e due figlie lavora 7 su 7, 12 ore al giorno. Stefano mi ha detto di non essere contro Uber: “è solo da regolamentare perché la tecnologia non la puoi fermare per legge, quando ho iniziato a fare questo mestiere mi hanno chiesto una cifra spropositata per aderire a RadioTaxi allora ho aderito all’app MyTaxi con la quale pago solo la percentuale sulla corsa ed ho clienti giovani che non fanno mai storie.” Oggi grazie alla concorrenza di MyTaxi, per aderire a RadioTaxi è sufficiente pagare il costo dell’apprecchio da installare sulla macchina e comunque Stefano non lo installerà, perché non ha voglia “di portare le vecchiette al cimitero”.
Io voglio un’Italia all’altezza di Stefano.
25 Settembre 2018