Che giornata ragazzi! Proprio come scrisse Paola Radaelli in un vecchio tweet dopo aver incontrato il mitico Matteo Salvini, quando ancora metteva camicia e cravatta (cioè, giusto qualche tempo prima di diventare una divisa che cammina).
Ma chi è Paola Radelli?
Eh, eh.
Paola Renata Radaelli è la quarta candidata alla Segreteria politica di +Europa, nuovo movimento politico liberale, democratico ed europeista che andrà al suo primo Congresso nel week end del 25-27 gennaio.
Presentando la sua candidatura l’ultimo giorno utile, Paola Radaelli contenderà il ruolo di leader a Marco Cappato, Alessandro Fusacchia e Benedetto Della Vedova (qui le candidature sostenibili dalla base degli iscritti in vista del voto di domenica 27).
Embè?
Eh, eh.
Paola Renata Radaelli, nata a Milano il 6.12.1960, oggi è nota per essere la Presidente (mamma, quanto volevo scrivere “Presidenta”) dell’UNAVI, l’Unione Nazionale Vittime, associazione nata per assistere le vittime di reato. Scopo nobile (assoluta solidarietà a tutte le vittime, quale che sia la natura dell’ingiustizia), forse declinato con un’enfasi che a volte suona un po’ persecutoria, diciamo così (vedi i post che esultano alle condanne).
In questa veste, Paola Radaelli è stata fra i più accaniti sostenitori della riforma della norma sulla legittima difesa approvata da Lega e Cinquestelle, riforma alla quale ha dedicato anche due articoli sul Giornale Off, legato all’associazione “Cultura Identità“.
Associazione, quest’ultima, che tra l’altro si prefigge di:
– “liberare la cultura dal regime di menzogne del politicamente corretto, dalle soggezioni conformiste della lobby radical chic e dalla globalizzazione dei cervelli” (sottotesto per i giovani d’oggi: non allargate troppo gli orizzonti ragazzi; n.d.r.);
– “favorire, incentivare, premiare il ritorno in Patria (non in Italia, in Patria, attenzione; n.d.r.) degli intelletti italiani dispersi all’estero per costrizioni economiche” (solo quelli all’estero per costrizione; quelli che ci sono andati volentieri rimangano là; n.d.r.);
– “lottare per la sovranità di tutti i popoli senza divario di stirpe, di lingua, di classe, di religione“;
– “rifiutare il finto umanitarismo livellatore ed eterofobico“;
– “difendere la persona, la famiglia dal suo inviolabile domicilio rivendicando con forza la legittima difesa“.
Proprio il richiamo alla legittima difesa (ma che c’entra con la cultura? Boh) funge da raccordo ideale con l’attività della signora Radaelli.
Paola Radaelli è stata anche candidata per La Destra (quella di Meloni, Alemanno e Storace) alle elezioni comunali di Genova del 2012.
Non proprio, insomma, il profilo europeista che ci si aspetterebbe in un partito fondato da Emma Bonino.
E invece, sulla via di Damasco deve essere successo qualcosa. Una sorta di conversione al contrario che ha portato Paola Radaelli a presentare la sua candidatura alla segreteria di +Europa, con un documento politico che, di primo acchito, sembra effettivamente tradire questa conversione.
Tale è, infatti, l’ampiezza di intenti rispetto all’Europa (esempio: “Si deve sostenere e proseguire negli ideali dei Padri Fondatori della Europa che intravvedevano (con due “V”, dà più enfasi, n.d.r.) la costituzione di una Europa Sovrannazionale (con due “N”, lapsus rivelatore sul sostantivo “nazione”?, n.d.r.), dotata di strumenti di Governo secondo schemi di ripartizione dei poteri: Legislativo, Giudiziario ed Esecutivo con un Presidente della Nazione Europea (altro laspus rivelatore sul sostantivo “nazione”, n.d.r.) eletto a suffragio universale nella tradizione delle democrazie dell’Occidente“, tale è l’ampiezza della prima parte del documento, dicevamo, che uno potrebbe credere davvero a questa conversione.
E’ che poi, su queste premesse da nuovo sogno europeista, le prime due priorità di Paola Radaelli sono così individuate:
– garantire e proteggere le vittime di reato adeguando le normative a livello costituzionale introducendo il principio che la legge garantisce i diritti e le facoltà delle vittime. In tal senso sosterremo una petizione al Parlamento Europeo per aumentare le somme oggi ridicole alle vittime di reato violento;
– le aziende muoiono e l’iniziativa imprenditoriale dei giovani è smorzata per la mancanza di credito. E’ necessario favorire l’accesso al credito per i giovani e le imprese minori e di conseguenza modificare le regole di Basilea 3 per le nuove attività e per le imprese che abbiano fatturati inferiori a 5 milioni di Euro.
Vabbè, direte voi. Che speranze vuoi che abbia Paola Radaelli al Congresso di +Europa?
Eh, eh.
Pare invece che la Radaelli abbia buonissime chance, perché negli ultimi dieci giorni sarebbero arrivate al movimento iscrizioni di massa alquanto sospette.
In appoggio alla candidatura della Radaelli è comparsa poi sulla scena anche la lista “In Europa sì, ma non così“, il cui capolista è niente di meno che il coordinatore nazionale del Mir (Moderati in rivoluzione) di Gianpiero Samorì, un tempo considerato molto vicino a Berlusconi e già in coalizione con Salvini.
+Europa è un movimento in fase di startup, con qualche migliaio di iscritti, ma è dato quasi al 4% e alle prossime elezioni europee non dovrà raccogliere nessuna firma per presentarsi.
Insomma, un movimento che può fare gola a più di qualcuno e potrebbe bastare qualche decina di migliaia di euro per scalarlo.
Ebbene, che dire ai numerosissimi ragazzi che nell’ultimo anno si sono impegnati in giro per l’Italia e in tutta Europa a tenere in piedi +Europa, credendoci loro prima ancora del gruppo dirigente (io li ho visti da vicino)? Ai numerosissimi ragazzi che nell’ultimo anno non hanno avuto paura di sventolare la bandiera europea in piazza nonostante la corrente contraria?
Che dire?
Siccome voi ci credete davvero, ragazzi, la politica dell’ancien regime comunque non vincerà.
Respingete l’attacco sovranista interno e andate a fare la storia.