InversamenteInterpretazioni relazionali. La meccanica quantistica ci dice che non esiste la realtà oggettiva. Ma siamo sicuri?

La meccanica quantistica ci dice che non esiste la realtà oggettiva. Ma siamo davvero sicuri? “Un albero (quantistico) che cade nella foresta fa un rumore diverso a seconda di chi lo ascolta e di ...

La meccanica quantistica ci dice che non esiste la realtà oggettiva. Ma siamo davvero sicuri?

“Un albero (quantistico) che cade nella foresta fa un rumore diverso a seconda di chi lo ascolta e di come lo ascolta”. Ovvero i fatti sono soggettivi in quanto dipendono da chi li osserva, per lo meno nella meccanica quantistica. Vale a dire che la realtà (quella quantistica) è definita solo rispetto al suo osservatore.

Questa la brillante scoperta del recente studio pubblicato in pre-print su ArXiv della Heriot-Watt University a Edinburgo a cui hanno partecipato anche due studiosi italiani, Massimiliano Proietti e Francesco Graffiti. L’obiettivo: chiarire il ruolo dell’osservatore nel processo di misura e in particolare il suo rapporto con la realtà.

Il lavoro, spiegato molto bene da Sandro Iannaccone su Wired, dimostra che tutte le quantità fisiche, in questo senso, sono relazionali, tanto da stipulare, per questa branche della fisica, una nuova definizione: interpretazioni relazionali.

Questo, però, come si potrebbe essere tentati di pensare (e di titolare), non significa che la realtà è frutto di interpretazioni soggettive. Significa piuttosto, o semplicemente, che:

  • per quanto riguarda la fisica quantistica, le quantità fisiche corrispondono a due sistemi – quello di riferimento e quello dell’osservatore – e non a uno solo;

  • per quanto riguarda la realtà esperienziale di tutti noi, l’unica interpretazione che non ci fa scivolare sulla buccia di banana del soggettivismo relativista è proprio quella relazionale. Perché è proprio dalla e nella relazione con l’altro che vengo accompagnato a scoprire il senso della realtà, così da dare la giusta misura alle cose.

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